rapporto-svimez-2019Rapporto SVIMEZ 2019: più emigrati che immigrati, i piccoli centri rischiano di perdere i loro abitanti: “E’ la vera emergenza”. L’economia è vista in negativo già quest’anno, soffre il mercato del lavoro. E i servizi del pubblico sono peggiori.


Rapporto SVIMEZ 2019. Dopo un triennio 2015-2017 di (pur debole) ripresa del Mezzogiorno, si riallarga la forbice con il Centro-Nord. Tengono solo gli investimenti in costruzioni, crollano quelli in macchinari e attrezzature.

Prosegue il declino dei consumi della P.A. e degli investimenti pubblici.

Rapporto SVIMEZ 2019, il Mezzogiorno è in rosso

Al Mezzogiorno mancano quasi 3 milioni di posti di lavoro per colmare il gap occupazionale col Centro-Nord. Il dramma maggiore è l’emigrazione verso il Centro-Nord e l’estero, con diritti di cittadinanza limitati al Sud.

Le persone emigrate dal Mezzogiorno sono state oltre 2 milioni nel periodo compreso tra il 2002 e il 2017, di cui 132.187 nel solo 2017. Di queste ultime 66.557 sono giovani (50,4%, di cui il 33,0% laureati, pari a 21.970). Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, è negativo per 852 mila unità.

Sono di più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all’estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali. In base alle elaborazioni della Svimez, infatti, i cittadini stranieri iscritti nel Mezzogiorno provenienti dall’estero sono stati 64.952 nel 2015, 64.091 nel 2016 e 75.305 nel 2017.

Invece i cittadini italiani cancellati dal Sud per il Centro-Nord e l’estero sono stati 124.254 nel 2015, 131.430 nel 2016, 132.187 nel 2017.

In base alle previsioni elaborate dalla SVIMEZ, nel 2019, l’Italia farà registrare una sostanziale stagnazione, con incremento lievissimo del PIL del +0,1% e una crescita zero dell’occupazione (considerando nella stima il peso crescente della cassa integrazione).

Il PIL del Centro-Nord dovrebbe crescere poco, di appena lo +0,3%. Nel Mezzogiorno, invece, l’andamento previsto è negativo, una dinamica recessiva: -0,3% il PIL.

Nell’anno successivo, il 2020, la SVIMEZ prevede che il PIL meridionale riprenderà a salire segnando però soltanto un +0,4% (anche l’occupazione tornerà a crescere, se pur di poco, con un +0,3%). Migliore l’andamento delle più importanti variabili economiche nel Centro-Nord, con un incremento del prodotto interno lordo pari a +0,9%, ma comunque non in grado di riportare l’Italia su un sentiero di sviluppo robusto (nel 2020, l’aumento del PIL nazionale sarà del +0,8% e dell’occupazione del +0,3%).