Inps: calo del potere d’acquisto, aumento della disparità di genere e rischio squilibrio del sistema previdenziale. Questi sono i principali dati emersi dal XXIII Rapporto dell’Istituto di Previdenza Sociale nazionale.


Diminuisce il potere d’acquisto dei lavoratori italiani e aumenta la disparità del trattamento pensionistico e salariale tra uomini e donne. La pensione media degli uomini è superiore del 35% rispetto a quella donne che risultano penalizzate anche in caso di maternità: nei due anni successivi alla nascita del figlio gli stipendi delle lavoratrici registrano un calo annuo di circa il 76%.

Secondo l’indagine dell’Istituto l’età media di accesso alla pensione in Italia, 64,2 anni e l’elevata spesa previdenziale rapportata alle previsioni Eurostat degli andamenti demografici lascia presagire “un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti” con il rischio crescente di un futuro squilibrio del sistema previdenziale. Ecco una sintesi dei dati contenuti nel XXIII Rapporto annuale dell’Inps presentato martedì scorso alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche dello Stato.

Inps: calo del potere d’acquisto e aumento della disparità di genere

Il rapporto annuale elaborato dall’Inps presentato lo scorso martedì dal Presidente dell’Istituto Gabriele  Fava evidenzia e descrive le caratteristiche e le criticità del sistema previdenziale e del mondo del lavoro italiano. I dati di quest’anno registrano un significativo aumento dei lavoratori totali, oltre 1,08 milioni in più rispetto al 2019, e un incremento delle retribuzioni nette del 10,4% tra il 2021 e il 2023, favorite dagli interventi di decontribuzione. Nel 2023 sono aumentati i dipendenti privati assunti a tempo determinato e i lavoratori di origine extra europea (circa 540mila unità in più rispetto ai due anni precedenti).

Il rapporto Inps segnala però anche un significativo aumento dei prezzi, attorno al 15-17%, e il calo del potere d’acquisto dei lavoratori italiani. Secondo l’Istituto al recupero occupazionale “non è corrisposto un incremento dei redditi e delle retribuzioni tale da compensare la perdita di potere d’acquisto conseguente alla recrudescenza del fenomeno inflattivo”.

L’indagine Inps pone in evidenza anche la preoccupante disparità del trattamento pensionistico e salariale tra uomini e donne. Nei due anni successivi alla nascita del figlio gli stipendi delle lavoratrici italiane registrano un calo annuo di circa il 76%. La paternità non incide negativamente sui reddito degli uomini che registrano invece un incremento salariale nei successivi 7 anni. Secondo i dati del rapporto, più 18% delle lavoratrici che diventano madri lascia il mondo del lavoro in modo definitivo. Le donne risultano penalizzate anche nel trattamento pensionistico: la pensione media degli uomini risulta superiore del 35% rispetto a quella donne. “Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%),  le donne percepiscono il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi dei maschi – per gli uomini il reddito da pensione è in media di 2.056,91 euro mentre per le donne è di 1.524,35 euro.” E’ quanto si legge nel XXIII Rapporto annuale dell’Istituto previdenziale.

Inps: con età pensionabile a 64,2 anni rischio squilibrio del sistema previdenziale

L’età media di accesso alla pensione, poco superiore ai 64 anni, e gli attuali trattamenti economici pensionistici italiani rapportati alle previsioni degli andamenti demografici elaborate dall’Eurostat rischiano di creare squilibri futuri dei conti previdenziali. “Le previsioni Eurostat per l’Ue relative agli andamenti demografici fanno presagire un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, con rischi crescenti di squilibri per i sistemi previdenziali, soprattutto per quei Paesi, come l’Italia, dove la spesa previdenziale è relativamente elevata”. Ma nel breve-medio periodo “la tenuta dei conti è assolutamente in equilibrio”. Queste le parole del Presidente dell’Istituto Gabriele Fava, cui aggiunge: “Gli interventi sono di competenza del legislatore – stiamo lavorando in piena sintonia con il governo e i ministeri competenti. Sono molto fiducioso. Sono interventi non velocissimi, non facili, complessi. Serviranno per migliorare le situazioni che affrontiamo”.

Il rapporto completo dell’Inps

Il XXIII Rapporto annuale elaborato dall’Inps, le infografiche dei dati e la relazione del Presidente dell’Istituto Previdenziale sono consultabili al seguente link: www.inps.it/it/it/dati-e-bilanci/rapporti-annuali/xxiii-rapporto-annuale.html

 


Fonte: articolo di Martina Pietrograzia