A fare il punto è uno studio proposto dalla Cassa Depositi e Prestiti: ci sono rischi per la transizione ecologica se si raffronta lo stato attuale della disponibilità idrica in rapporto alla produzione di energia.
La risorsa idrica in Italia continua ad essere bistrattata e subisce ancora un mancato piano di investimenti adeguato a sopperire a tutte le criticità.
La disponibilità di risorse idriche in Italia non è considerata critica e il costo per l’utente finale risulta notevolmente inferiore (in termini di impatto sul bilancio familiare/industriale) rispetto ad altre risorse come l’energia e il gas.
Tuttavia, i cambiamenti climatici delineano un quadro tutto tranne che rassicurante: sia in Europa, sia in Italia, stiamo procedendo verso uno scenario in cui la disponibilità di risorse idriche diminuirà di molte decine di punti percentuali e il livello di stress idrico aumenterà drasticamente.
Il recente brief della Cassa Depositi e Prestiti, pertanto, fornisce ulteriori delucidazioni su quanto l’energia giochi un ruolo strategico nel sistema elettrico, ma anche nel processo di transizione energetica. Questa risorsa è in grado di offrire sicurezza e flessibilità al sistema elettrico e di favorire l’integrazione delle altre rinnovabili.
Rapporto tra disponibilità idrica e produzione di energia
Il documento “Disponibilità idrica e produzione di energia: rischi per la transizione?” illustra le relazioni tra disponibilità della risorsa idrica e settore energetico.
In modo particolare evidenzia gli impatti che la siccità registrata nell’ultimo anno in Italia sta avendo sulla produzione di elettricità e, in prospettiva, sul processo di transizione ecologica.
In primo luogo il cambiamento climatico contribuisce a rendere i flussi d’acqua sempre più irregolari e ad aumentare la frequenza e l’intensità di eventi metereologici estremi.
L’alternanza di tali fenomeni di segno opposto, quali l’innevamento ai minimi storici nei primi mesi 2023 e la recente alluvione in Emilia-Romagna, sono il tratto più evidente del cambiamento climatico.
Si deve far presente infatti che il 2022 è stato l’anno più caldo e siccitoso degli ultimi 2 secoli e connotato da una forte accelerazione degli episodi metereologici estremi con implicazioni sulla disponibilità dell’acqua necessaria ai diversi usi. Si tratta inoltre di un annus horribilis per la produzione idroelettrica, il cui contributo alla generazione elettrica nazionale è sceso dal 15-20% degli ultimi anni al 10%, il valore più basso dagli anni 50.
In conclusione il settore energetico, in ragione della sua dipendenza dalla disponibilità di risorsa idrica, risulta particolarmente vulnerabile, evidenziando criticità per:
- la sicurezza del sistema, a causa di una minor produzione di energia idroelettrica e la potenziale interruzione di parte della produzione termoelettrica;
- il processo di transizione, che richiede lo sviluppo di alcune tecnologie a basse emissioni di carbonio particolarmente water-intensive.
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Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it