rapporto-avviso-pubblico-2017Sindaci vittime di minacce e intimidazioni: ecco i dati riportati all’interno del rapporto Avviso Pubblico per il 2017, denominato “Amministratori sotto tiro”.


Nel 2017 sono stati 537 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali: una ogni 16 ore. Dal 2011, anno in cui furono censiti 212 casi, gli atti intimidatori sono aumentati del 153%. E’ quanto riporta il rapporto Avviso Pubblico per il 2017, denominato “Amministratori sotto tiro”.

 

Il fenomeno lo scorso anno ha coinvolto per la prima volta tutte le 20 regioni italiane, 78 Province e 314 Comuni – il 6% in più nel confronto con il 2016. Resta immutato, rispetto al 2016, il profilo tipo dell’amministratore sotto tiro: ricopre la carica di Sindaco di un Comune medio – piccolo del Sud Italia, con una popolazione fino a 50mila abitanti, a cui ignoti bruciano nottetempo l’auto parcheggiata in una via pubblica situata nei pressi dell’abitazione o nel cortile di casa. Il 13% delle intimidazioni è stato rivolto nei confronti di donne, minacciate con le stesse metodologie utilizzate per gli uomini.

 

Un fenomeno che cresce di anno in anno e che riguarda senza distinzioni tutte le regioni italiane. Lo sanno bene i due sindaci di Ventimiglia e Marcianise, Enrico Ioculano e Antonello Velardi, sotto scorta per le minacce ricevute, intervenuti oggi a Roma alla presentazione del Rapporto.“E’ importante avere il supporto della propria comunità per continuare a svolgere il proprio lavoro”, racconta il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano che chiede al legislatore l’introduzione di pene certe nei confronti, anche di chi, sui social, si macchie di accuse nei confronti di sindaci e amministratori “i più esposti proprio per il ruolo che ricoprono”.

 

Come per Ioculano, anche per Velradi, importante è stata la vicinanza dello Stato e soprattutto della gente: “La comunità ha strumenti di decodificazione della realtà chiari, riesce a capire quali sono le dinamiche sul territorio”.

 

 

Una situazione, quella di Marcianise, “che va pian piano a normalizzarsi”, racconta il sindaco che, dai suoi canali social aveva lanciato una rubrica, “Diario di un sindaco”, per raccontare la sua attività quotidiana in Comune.Per mettere in campo azioni efficaci in difesa di quanti si impegnano ogni giorno per le proprie comunità è importante “tenere alta l’attenzione” sulla particolare situazione che vivono i tanti “amministratori sotto tiro” altrimenti “il rischio è quello di ritornare al punto di partenza”, ha concluso Velardi.

 

 

Scorrendo il rapporto emerge come il 69% degli atti intimidatori agli amministratori locali si concentra nel Sud e nelle Isole. La Campania è la regione più colpita con 86 casi censiti, un preoccupante +34% rispetto al 2016. A seguire la Sicilia – ai vertici di questa classifica nel 2014 e nel 2015 – con 79 casi censiti. Il terzo posto vede appaiate la Calabria, prima regione per intimidazioni nel 2016, e la Puglia, che fa segnare nel 2017 una recrudescenza del fenomeno, con 70 casi registrati. Quinto posto per la Sardegna, con 48 intimidazioni censite. Al sesto posto la Lombardia, con 28 casi, è la prima Regione del Centro – Nord, davanti a Lazio (24 casi), Piemonte (21 casi), Emilia-Romagna (20 casi) e Veneto (19 casi). A parte il Lazio, dove il dato è sostanzialmente stabile, in tutte le altre regioni si è registrato un sensibile aumento dei casi. A livello provinciale, nel 2017 i territori più colpiti sono stati le province di Napoli (34 casi) e Avellino (22 casi), seguite da Reggio Calabria, Siracusa e Cosenza (18 casi ognuna), Roma e Foggia (17 casi), Milano e Bari (16 casi ognuna).