quale-sport-fa-bene-al-cuoreSi dice che un’attività fisica giusta e ponderata sia anche un’ottima fonte per aiutare eventuali problemi cardiopatici: ma nel concreto quale Sport fa bene al cuore?


Secondo l’OMS, per “attività fisica” si intende “qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”.

In questa definizione rientrano non solo le attività sportive. Ma anche semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare giardinaggio e lavori domestici, che fanno parte della “attività motoria spontanea”.

L’espressione “attività motoria” è sostanzialmente sinonimo di attività fisica.

Con il termine di “esercizio fisico” si intende invece l’attività fisica in forma strutturata, pianificata ed eseguita regolarmente.

Lo sport, quindi, comprende situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole ben precise. È un gioco istituzionalizzato, codificato in modo tale da essere riconosciuto e riconoscibile da tutti per regole e meccanismi, ai quali si fa riferimento per la sua pratica in contesti ufficiali o non ufficiali.

Sport e “cuore”

Ma ci sono sport e sport: alcuni sono indicati, ad esempio, a chi rischia di sviluppare problemi cardiopatici e altri no.

In realtà ovviamente conviene non sottoporre a un eccessivo sforzo fisico in alcuni casi: ma secondo uno studio pubblicato sull’European Heart Journal da un gruppo di ricercatori coreani, ad oltre 440mila adulti di mezza età è stato richiesto di comunicare quanto tempo dedicassero settimanalmente allo sport.

Informazioni che gli specialisti hanno convertito in equivalenti metabolici («Met»), unità che stima la quantità di energia spesa durante l’attività fisica, per poi incrociarle con il numero dei decessi rilevati in quasi sei anni. Si tratta della durata del periodo di osservazione di questo studio.

Il confronto ha evidenziato che il beneficio per chi è alle prese con un fattore di rischio o con una malattia cardiovascolare – svolgendo un’attività moderata per 150 minuti alla settimana – può essere doppio rispetto a quello rilevato tra le persone sane.

Sono in fondo le stesse raccomandazioni fornite dall’OMS sull’attività fisica per la salute della popolazione adulta.

Quale Sport fa bene al cuore?

Nello specifico, gli esperti consigliano consigliano di svolgere un’attività fisica moderata tra le seguenti, all’interno di quei famosi 150 minuti a settimana:

  • camminate veloci
  • passeggiate in bicicletta
  • acqua-gym
  • danza
  • tennis (in doppio)
  • e giardinaggio.

Poiché è difficile arrivare ad una raccomandazione generale sulla quantità di esercizio minima  per garantire vantaggi sulla salute, è importante far comprendere che “poco è meglio di niente” e che  quindi alcuni benefici per la salute da parte degli adulti sedentari possono essere raggiunti anche con  quantità di attività fisica minime (es. 60 minuti a settimana).

Quando lo sport invece è sconsigliato?

Un conto è utilizzare lo sport come strumento di prevenzione: d’altro canto fare attività fisica in caso di determinate patologie può essere anche pericoloso.

Ci sono una serie di condizioni cliniche in cui l’esercizio fisico è assolutamente controindicato, quali, ad esempio:

  • l’angina instabile e le riacutizzazioni di scompenso cardiaco,
  • un blocco atrioventricolare di terzo grado
  • nuove recenti alterazioni dell’elettrocardiogramma o recente infarto del miocardio
  • ed aritmie non controllate con la terapia.

Sedentarietà e inattività

Secondo i consigli del Ministero della Salute nelle linee guida sull’attività fisica in particolare sono da tenere a mente, soprattutto per il rischio cardiologico, i concetti di sedentarietà e inattività.

La sedentarietà è un concetto distinto da quello della inattività. È possibile, infatti, che individui  fisicamente attivi, ossia che raggiungono la quantità minima raccomandata di attività fisica, possano  essere al tempo stesso sedentari, perché, ad esempio, dopo una sessione mattutina di esercizio  trascorrono seduti buona parte del rimanente tempo giornaliero (es. vanno e tornano dal lavoro in auto e rimangono seduti alla scrivania per l’intera giornata lavorativa).

Gli effetti deleteri delle ore passate  in condizioni di sedentarietà sono indipendenti dal livello di attività fisica nel tempo libero e sono  riscontrabili anche negli individui che raggiungono la quantità di attività fisica suggerita.

La  condizione più rischiosa è quella degli individui inattivi e sedentari.

Le attività sedentarie sono quelle  caratterizzate da un dispendio energetico inferiore a 1,5 volte quello di riposoesemplificate dallo stare seduto o in posizione reclinata (guardare la televisione, guidare l’auto,  leggere, stare seduti alla scrivania ecc.).

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it