protesta-precari-ospedale-bambino-gesu-romaDopo le manifestazioni alla fine dello scorso anno la protesta dei lavoratori precari dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma continua a farsi sentire con vigore.


Dopo cinque anni senza un rinnovo contrattuale, una parte del personale sanitario aveva infatto manifestato nei mesi scorsi sotto la sede di San Paolo, esprimendo il loro dissenso contro la situazione attuale. Il motto che li guida è chiaro e incisivo: “Cinque anni senza rinnovo. Il lavoro non si svende“.

I lavoratori, stanchi di aspettare, hanno dichiarato con fermezza di non accettare e non accetteranno che il loro lavoro venga svenduto. La loro mobilitazione è decisa a persistere finché non sarà raggiunto un accordo equo, che garantisca loro gli stessi salari e diritti dei colleghi della Sanità pubblica.

Continua la protesta dei precari dell’ospedale Bambino Gesù di Roma

E dato che ancora la situazione si sta protraendo anche in questi primi mesi dell’anno gli striscioni esibiti durante le manifestazioni più recenti durante le scorse settimane portano un messaggio chiaro e diretto: “Anno nuovo, stessi problemi. Tabellari al ribasso. Per la Quaresima avremo la tredicesima?“.  O ancora: “È l’ora della verità: fuori le mele marce dall’Ospedale. Amministrazione dove sei? Rispetto e dignità per i lavoratori.

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Questi striscioni incarnano il senso di frustrazione e disillusione dei lavoratori di fronte alla mancanza di progressi concreti. Al centro della protesta c’è la proposta dell’amministrazione dell’ospedale di ridurre i tabellari stipendiali per infermieri, operatori socio-sanitari, ausiliari, tecnici e amministrativi. Una proposta che ha suscitato forte dissenso e indignazione tra il personale, considerando il loro impegno durante la pandemia e il livello di eccellenza che continuano a offrire nell’assistenza e nella cura dei bambini.

Sebbene un accordo fosse stato precedentemente siglato da Cgil e Uil, la Cisl ha recentemente ritirato il suo sostegno, evidenziando le divisioni all’interno del sindacato. La federazione regionale di categoria della Cisl ha espresso solidarietà al personale del Bambino Gesù, condannando fermamente qualsiasi tentativo di ridurre le retribuzioni, considerate le più basse nell’ambito della sanità ospedaliera pubblica e privata.

Che cosa rappresenta l’Ospedale Bambino Gesù di Roma?

L’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma è accreditato dalla Joint Commission International come ospedale accademico ed è il più grande Policlinico e Centro di ricerca pediatrico in Europa.

Fondato nel 1869, nell’ultimo anno di vita dello Stato Pontificio, fu tra le prime strutture pensata per le cure dell’infanzia. Nel 1985 l’ospedale Bambino Gesù ottenne il riconoscimento di “Istituto Scientifico”, successivamente rinnovato allo scadere del quinquennio. Nel corso degli anni ottanta e novanta si attivano altri importanti servizi tra cui il servizio di genetica (1983), il laboratorio di bioingegneria (1984), il servizio di tomografia assiale computerizzata (1987), la sezione di terapia intensiva neonatale (1989), il centro informatico e di elaborazione dati (1990) e il centro di assistenza per bambini con AIDS (1992).

Nuovo slancio inoltre arrivò anche per il settore della ricerca scientifica, con lo sviluppo di nuovi programmi di ricerca pluriennale nelle discipline chirurgiche, dei trapianti d’organo, della nefrologia. Nel 1993 ebbero avvio le prime azioni di ristrutturazione edilizia dei reparti dell’ospedale e degli ambulatori, sia nella sede del Gianicolo che a Palidoro.

Particolarmente importante fu la creazione di un “Modulo interdisciplinare per le terapie avanzate” (MITA), che consentì di praticare trapianti di midollo in bambini immunodepressi in condizioni di stretto controllo ambientale.

Il significato di questa protesta

La protesta dei lavoratori del Bambino Gesù continua a rappresentare una voce di resistenza e determinazione, richiedendo un trattamento equo e rispettoso per il loro importante lavoro nell’assistenza sanitaria pediatrica.

La decisione di lasciare senza adeguati stipendi il personale precario nel settore della sanità solleva questioni etiche, morali e pratiche di notevole rilevanza. Questo contesto mette in evidenza la precarietà non solo dei lavoratori stessi, ma anche dei servizi di salute pubblica che essi forniscono.

In primo luogo, dobbiamo considerare il ruolo fondamentale che il personale sanitario svolge nella nostra società. Sono coloro che, con dedizione e sacrificio, curano i malati, confortano i bisognosi e salvano vite umane. La mancanza di un adeguato sostegno finanziario per questi lavoratori non solo mina il loro benessere individuale, ma compromette anche la qualità e l’efficacia dei servizi sanitari forniti.

In secondo luogo, l’Ospedale Bambino Gesù rappresenta un’eccellenza a livello mondiale nel campo della cura pediatrica. La sua reputazione deriva non solo dall’alta qualità delle cure mediche offerte, ma anche dall’impegno e dalla competenza del suo personale. La decisione di ridurre i tabellari stipendiali per questi professionisti mette a rischio non solo il loro benessere economico, ma anche la reputazione e l’efficacia dell’istituto stesso.

Infine, la questione della giustizia sociale non può essere ignorata. Il fatto che i lavoratori della sanità, che svolgono un ruolo così vitale per il benessere della comunità, siano trattati in modo ingiusto e sottopagati è un chiaro segno di disparità economica e sociale. È responsabilità delle istituzioni e dei datori di lavoro assicurare che il lavoro venga compensato in modo equo e dignitoso.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it