Triggiano, in provincia di Bari, si trova ora al centro di un’indagine riguardante presunti casi di corruzione elettorale: coinvolti il sindaco del Comune e il marito dell’assessore ai trasporti della Regione Puglia, che si è dimessa dalla sua carica.
A finire nell’occhio del ciclone, arrestati e posti ai domiciliari, sono Antonio Donatelli, il primo cittadino del borgo pugliese, e Sandro Cataldo, marito dell’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, e referente del movimento politico Sud al centro.
Questa recente serie di eventi ha inoltre portato alle dimissioni proprio l’assessora regionale, iscritta anch’essa nel registro degli indagati dalla Procura di Bari e nei confronti della quale risulta disposta una perquisizione ritenuta necessaria alla raccolta di elementi considerati utili ai fini giudiziari.
Ma quali sono le accuse sollevate nei loro confronti?
Presunta corruzione elettorale, le accuse al sindaco di Triggiano
Secondo l’indagine condotta dalla Procura di Bari, si sarebbero riscontrati presunti episodi di voto di scambio, portando alla luce sospetti di un presunto acquisto di voti durante le elezioni amministrative del 2020 e 2021 a Triggiano e Grumo Appula.
Le accuse che sono emerse sono gravi e coinvolgono il presunto pagamento di una somma in denaro a individui in cambio del loro voto. Ciò che rende ancora più preoccupante la situazione è la presunta esistenza di un’associazione sospetta dedicata alla corruzione elettorale, che avrebbe cercato di influenzare le preferenze degli elettori attraverso l’offerta di denaro e altre utilità.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, Sandro Cataldo avrebbe agito per favorire la rielezione del sindaco di Triggiano e altri due consiglieri comunali, mentre a Grumo Appula l’obiettivo era la rielezione di un assessore locale. La situazione si è ulteriormente complicata con il coinvolgimento del sindaco rieletto, Antonio Donatelli.
Frammenti di documenti d’identità e codici fiscali in un cassonetto per l’immondizia
Il caso ha preso avvio dopo il ritrovamento, nell’ottobre 2021, di materiale compromettente abbandonato in un cassonetto per l’immondizia per la raccolta indifferenziata nel quartiere San Giorgio di Bari.
Qui sono stati trovati frammenti di fotocopie di documenti d’identità, codici fiscali di cittadini di Triggiano, un considerevole numero di fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale. Questo ha fatto emergere sospetti su un’associazione deviata finalizzata alla corruzione elettorale, che avrebbe operato senza scrupoli, comprando voti, spesso al prezzo di 50 euro ciascuno.
Tra gli elementi due fogli che contenevano un elenco dettagliato di cittadini-elettori già “catalogati” per ricevere il pagamento del voto. In corrispondenza di più nominativi, era stato annotato un “ok” per certificare il ritiro della somma pattuita. Questo dettaglio è particolarmente rilevante, poiché consentiva un preciso conteggio dei voti sezione per sezione, facilitando così la manipolazione del processo elettorale.
Questa scoperta ha destato legittime preoccupazioni e sollevato dubbi sulla validità e l’integrità del processo elettorale locale. I frammenti di documenti hanno svelato l’esistenza di elenchi dettagliati di elettori con annotazioni riguardanti il presunto pagamento dei voti.
Le operazioni di spoglio, che rappresentano un momento cruciale nell’esito delle elezioni, non sono state risparmiate dall’influenza della presunta corruzione. Vari gregari degli organizzatori, posizionati strategicamente vicino alle sezioni elettorali loro assegnate, monitoravano attentamente se le persone coinvolte si fossero effettivamente recate al voto. Inoltre, durante lo spoglio, controllavano scrupolosamente l’effettiva corrispondenza dei voti acquistati con quelli registrati.
Ancora una volta serve ristabilire la fiducia dei cittadini nel sistema democratico
In un momento così delicato, è fondamentale ribadire il principio cardine della presunzione di innocenza per tutti gli accusati coinvolti. Le indagini sono ancora in corso e, pertanto, non possiamo trarre conclusioni definitive senza attendere il completo chiarimento dei fatti da parte della giustizia. È proprio in situazioni come queste che il sistema giudiziario deve dimostrare la sua efficacia e imparzialità, assicurando che la verità venga completamente e correttamente rivelata.
Il rispetto della legge e la fiducia dei cittadini nel sistema democratico dipendono dalla capacità delle istituzioni di agire con trasparenza e integrità. Solo attraverso un processo equo e imparziale sarà possibile ristabilire la fiducia dei cittadini e assicurare che eventi come questo non minino l’integrità del sistema democratico. Ora più che mai, è essenziale mantenere la fiducia nelle istituzioni e permettere al processo di giustizia di svolgersi nel rispetto dei principi fondamentali della democrazia.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it