accesso sanitaStretta su 208 prestazioni sanitarie tra analisi, visite ed esami per immagini. Ma anche penalizzazioni nei confronti dei medici che firmeranno prescrizioni inappropriate con il rischio di stipendi decurtati. Sono queste le principali novità che il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha presentato ieri ai sindacati illustrando il decreto ministeriale che dà attuazione al decreto enti locali 78/2015 sui tagli alla spesa sanitaria. L’obiettivo è tagliare circa di 2,35 miliardi la spesa sanitaria somma concordata nell’accordo raggiunto in sede di Conferenza Stato-Regioni lo scorso luglio.

 

Quattro i sottogruppi di prestazioni messi nero su bianco nella bozza di decreto ministeriale, già approvata dal Consiglio superiore di sanità che ora dovrà essere inviato alla Conferenza Stato-Regioni per l’approvazione. Sotto la scure entrano i test genetici, le cure dentali, le Tac per determinati sospetti diagnostici ma anche prestazioni allergologiche, esami di laboratorio, risonanze magnetiche, e, infine, dialisi ed esami di medicina nucleare.

 

Qualche esempio: la risonanza magnetica agli arti è “ammessa” soltanto a parti­colari condizioni, descritte nei dettagli del provvedimento. L’esame del colesterolo potrà essere ripetuto soltanto ogni cinque anni, salvo improvvisi valori ele­vati, modifiche dello stile di vita o interventi terapeutici. E ancora: per la fisioterapia, gli esercizi respiratori saran­no prescrivibili, dunque re­steranno a carico del Servizio sanitario nazionale, solo per pazienti con gravi patologie o in fase pre-operatoria. I vaccini, poi, potranno essere prescritti solo a seguito di visita specialistica allergologica.

 

Per quanto riguarda l’odontoiatria il decreto ministeriale si limita a omogeneizzare le condizioni già applicate definendo esplicitamente i criteri utilizzati e specificando per ciascuna prestazione quali sono i soggetti beneficiari (minori fino a 14 anni, vulnerabili per motivi sanitari, vulnerabili per motivi sociali), lasciando comunque alle Regioni il compito di fissare le soglie di reddito o di ISEE che discriminano la vulnerabilità sociale.

 

In caso di mancato rispet­to delle indicazioni ministe­riali i medici rispon­deranno con una sanzione amministrativa che andrà a incidere sul trattamento economico accessorio e correranno il rischio di esse­re chiamati a rendere conto del proprio operato davanti alla Corte dei Conti. Ma la penalità scatterà indiretta­ mente anche per i cittadini, che dovranno pagare di ta­sca propria le prestazioni di cui si vedranno rifiutata la prescrizione.

 

Profonda opposizione dei sindacati medici, già in stato di agitazione contro i tagli e la razionalizzazione imposti dal decreto. Sul piede di guerra sono soprattutto i medici di famiglia, che sono i primi prescrittori e quindi i principali destinatari della stretta.