Cosa si intende per prestazione lavorativa occasionale e cosa succede se nel corso dell’anno i compensi percepiti superano la soglia dei 5000 euro? Il superamento del limite comporta l’obbligo di legge di aprire la partita IVA?


Scopriamo insieme quali sono gli obblighi giuridici stabiliti dalla legge per evitare di incorrere in problemi e sanzioni.

Prestazione occasionale: che cos’è e come funziona

Il lavoro autonomo occasionale è giuridicamente disciplinato dall’art. 2222 e seguenti del Codice Civile (Contratto d’opera) che definisce questa specifica modalità lavorativa come “un’attività professionale in cui una persona si obbliga a compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente”.

Il Decreto Legge n.50/2017 c.d Jobs Act, convertito con modificazioni in Legge n.56/2017, ha introdotto la distinzione giuridica tra lavoro autonomo occasionale e prestazione occasionale. Ciò che differenzia le due fattispecie riguarda la presenza o meno della subordinazione del lavoratore nei confronti del committente. Nel secondo caso, ovvero in presenza di lavoro occasionale “non autonomo”, l’attività lavorativa è svolta sotto il coordinamento del committente e dunque non in maniera completamente indipendente.

In entrambe i casi, i requisiti essenziali che identificano il lavoro autonomo occasionale sono:

  • l’occasionalità della prestazione, che viene svolta in maniera non abituale e non continuativa
  • la remunerazione dell’attività o del servizio da parte del committente

Ma lo svolgimento dell’attività lavorativa occasionale comporta l’obbligo di apertura della partita IVA? E cosa succede se supero la soglia dei 5000 euro annuali? Vediamolo nel dettaglio.

Prestazione occasionale e partita iva: cosa succede se supero il limite 5000 euro

Lo svolgimento dell’attività lavorativa occasionale non comporta l’’obbligo dell’apertura di partita iva, neanche se si supera la soglia dei 5000 euro di guadagni annuali. Il lavoratore è tenuto ad aprire la partita IVA solo se la sua attività da occasionale si trasforma in continuativa e regolare.

Il superamento del limite 5000 euro di compensi annuali assume rilievo esclusivamente dal punto di vista previdenziale. L’Articolo 54-bis del D.L. 50/2017, conosciuto come “Jobs Act”, stabilisce che le prestazioni lavorative occasionali con importo complessivamente inferiore ai 5.000 euro annuali “sono esenti da imposizione fiscale e non incidono sul suo stato di disoccupato”.

Nel caso in cui i redditi percepiti con lavoro occasionale superano la soglia di 5000 euro scatta l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS e di versamento dei contributi sulla quota che eccede il limite dei 5.000 euro. Il contributo previdenziale è ripartito in due quote: 1/3 a carico del lavoratore, 2/3 a carico del committente.