La Lettonia dal primo gennaio è il nuovo presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea. Subentra, in ordine temporale, all’Italia che il 13 gennaio prossimo passerà ufficialmente il testimone a una nuova repubblica baltica, la seconda per la precisione, ad avvicendarsi al vertice delle istituzioni comunitarie. Prima di lei, infatti, ad assurgere al ruolo di analoga responsabilità e su uno degli scranni più alti delle istituzioni dell’Europa comunitaria era stata la Lituania che, nel secondo semestre del 2013, ha condiviso con Irlanda prima e con Grecia poi la gestione dell’agenda degli affari dell’Unione europea. Tra l’altro proprio la Lituania da ieri è il nuovo membro dell’eurozona, il diciannovesimo, avendo adottato la moneta unica europea come valuta ufficiale di cambio e scambio.

Italia, Lettonia e Lussemburgo, tripla presidenza condivisa
All’indomani delle elezioni del Parlamento europeo tenutesi nel maggio 2014 e dopo il rinnovo della presidenza della Commissione europea alla fine di quest’anno, Italia, Lettonia e Lussemburgo, che insieme condividono il piano della tripla presidenza, hanno messo a punto un programma finalizzato a migliorare la capacità di risposta della nuova legislatura comunitaria alle aspettative dei cittadini. In particolare su temi come l’occupazione giovanile, l’economia digitale, il mercato energetico, l’unione bancaria, fiscale, economica e politica, la lotta all’evasione, i processi migratori, l’allargamento, il commercio e lo sviluppo, il rafforzamento delle relazioni con i Paesi dell’Europa dell’est.

La fiscalità e le attese del mondo economico
Anche in ambito fiscale il programma della presidenza lettone, condiviso da quella italiana e lussemburghese, sarà incentrato sui temi di più stretta attualità. Gli stessi che hanno visto impegnata l’Italia nel semestre precedente. E tra questi spiccano la lotta alla frode e all’evasione fiscale, il miglioramento della cooperazione amministrativa in materia di Iva, gli interventi nel settore delle imposte indirette, la dichiarazione Iva standard soltanto per citarne alcuni.

La collaborazione con la Commissione europea
In occasione dell’incontro, tenutosi a dicembre, tra il neo presidente della Commissione europea, Jean Claude Junker, e il premier della Lettonia, Laimdota Straujuma, sono state indicate alcune delle priorità. In particolare è stata sottolineata, da ambo le parti, l’importanza del piano di investimenti che la Commissione europea ha recentemente annunciato per i prossimi tre anni a cui deve essere data attuazione insieme al quadro giuridico per l’istituzione del Fondo europeo che deve essere approvato entro il mese di giugno di quest’anno.

“Competivitive Europe, Digital Europe, Engaged Europe”
Creare nuova occupazione, favorire la crescita e la competitività anche sul fronte tecnologico del mercato digitale senza trascurare l’attenzione nei riguardi dell’ambiente e dei cambiamenti climatici. Sono alcuni degli obiettivi ambiziosi del programma a cui la Lettonia guarda con interesse in assoluta continuità con l’Italia e con il Lussemburgo. L’intento è fare dell’Europa una Unione forte in grado di tutelare con continuità e senza distinzioni di sorta le istanze e le aspettative di vita di tutti i cittadini comunitari specie in una fase come l’attuale stretta come è tra accelerazione e stagnazione. Un ruolo da protagonista non soltanto dell’economia ma anche delle libertà civili, della sicurezza, della difesa e della giustizia, dello sviluppo. Il tutto condensato nella formula “Competivitive Europe, Digital Europe, Engaged Europe” e in un logo che raffigura una pietra da macina stilizzata, simbolo dell’identità popolare lettone.

La Lettonia tra passato, presente e futuro
La Lettonia, sede di tribù ugro-finniche agli inizi dell’era cristiana, tra il XIX e il XX secolo è stata al centro di rivendicazioni autonomiste che hanno condotto nel 1918 alla proclamazione di uno Stato indipendente. Il patto Molotov-Ribbentrop, che contribuì a dividere l’Europa in zone di influenza, segnò l’inizio dell’occupazione sovietica della Lettonia. Annessa all’Urss nel 1940, è riuscita a riconquistare la propria sovranità nel 1991, anno in cui sono state ufficialmente introdotte un’economia di mercato e nuove istituzioni politiche. Subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il principale obiettivo di politica estera della Lettonia era di ‘ritornare in Europa’. E così è stato.

Il processo riformatore e l’ingresso nella Ue e nella Nato
In questo rinnovato contesto sono stati compiuti passi importanti che hanno visto al centro dell’attenzione dei governi lettoni, succedutisi negli anni, importanti riforme politiche, costituzionali e amministrative culminate, con l’ingresso nell’Unione europea prima e nella Nato poi, nell’integrazione euro-atlantica avvenuta nel maggio 2004.
Un primo anniversario, quello dei dieci anni nell’Unione europea, che la Lettonia ha celebrato nell’anno appena trascorso. E con il passaggio di consegne da parte dell’Italia, la Lettonia è, negli annali dell’Europa comunitaria, la seconda repubblica baltica presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea. In attesa che arrivi la terza presidenza, quella estone, programmata per il primo semestre del 2018.

 

 

FONTE: Fisco Oggi – Rivista Telematica dell’Agenzia delle Entrate

AUTORE: Gianluca Di Muro

 

 

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