Il Tribunale di Potenza ha recentemente emesso una sentenza di condanna nei confronti di un uomo con l’accusa di abbandono del proprio cane, lasciandolo in condizioni che ne minacciavano gravemente il benessere.


Questo episodio si inserisce in un contesto di collaborazione esemplare tra diverse autorità, incluse le Forze dell’Ordine, l’Autorità Sanitaria, l’ENPA e la Giustizia.

Il caso

Il caso si è sviluppato con una notevole rapidità, come testimoniano le tappe principali.

I Carabinieri, dopo aver sequestrato il cane e accertato l’abbandono, hanno richiesto l’intervento dell’ASP, che ha certificato le sue condizioni fisiche e disposto l’affidamento del cane a operatori esterni. In seguito, l’ENPA, attuando il protocollo d’intesa con le Forze dell’Ordine, ha presentato denuncia. La Procura ha quindi avviato il procedimento legale, fissando la prima udienza, durante la quale è stata emessa la sentenza di condanna.

A Potenza condanna per abbandono di cane

L’individuo residente a Potenza in Basilicata è stato sanzionato con una multa e l’obbligo di coprire le spese legali. L’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), attraverso l’avvocato Claudia Ricci, ha seguito da vicino il caso, che si è concluso con l’affidamento del cane a una struttura esterna, assicurandogli così un futuro più sicuro e dignitoso.

In meno di otto mesi, il reato è stato accertato e punito, dimostrando l’efficacia della cooperazione tra le istituzioni nel garantire la protezione degli animali.

Il reato di abbandono di cane è previsto dalla legge italiana, in particolare dall’articolo 727 del Codice Penale, che punisce chiunque, senza giustificato motivo, abbandoni un animale domestico in condizioni che ne compromettano il benessere fisico o psicologico. Questo reato può riguardare situazioni come l’abbandono del cane in strada, in luoghi isolati o in ambienti inadatti alla sua sopravvivenza, senza provvedere alle sue necessità fondamentali, come cibo, acqua, riparo e cure veterinarie.

La pena per chi commette questo reato può essere una multa o, nei casi più gravi, una condanna a reclusione, soprattutto se l’abbandono comporta un danno alla salute dell’animale.

  • Multa: la multa può variare da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 10.000 euro.
  • Reclusione: nei casi più gravi, come l’abbandono che causa danni significativi alla salute dell’animale, la pena detentiva può arrivare fino a 1 anno di reclusione.

Inoltre, l’abbandono può anche essere aggravato se l’animale muore a causa delle condizioni in cui è stato lasciato o se subisce gravi sofferenze. L’obiettivo di questa legge è proteggere gli animali, garantendo loro il diritto a una vita dignitosa e prevenendo situazioni di maltrattamento e sofferenza.

Le dichiarazioni dell’ENPA

Questo caso è un modello di efficienza“, afferma Carla Rocchi, Presidente Nazionale dell’ENPA. “La rapidità con cui si è giunti a una condanna è la prova che, quando le istituzioni lavorano insieme, è possibile ottenere risultati concreti a tutela degli animali. Purtroppo, non sempre si riscontra la stessa determinazione, ma questo episodio dimostra che la giustizia per gli animali è una causa che merita di essere perseguita con impegno“.