polizia body camDopo i fatti di Pisa, ci si interroga sull’utilizzo delle Body cam per la Polizia italiana: ecco cosa dice la legge.


Venerdì scorso, durante un corteo studentesco pro-Palestina, ci sono stati diversi momenti di tensione.

A sollevare l’indignazione dell’opinione pubblica sono state le immagini che ritraevano le cariche della Polizia verso gli studenti (molti dei quali minorenni), che volevano raggiungere piazza dei Cavalieri, dove si affaccia la sede centrale dell’ateneo pisano.

Sulla questione sono intervenute diverse forze politiche e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ma soprattutto, ci si continua ad interrogare sull’utilizzo della Body cam, anche da parte della Polizia italiana, come si fa negli Stati Uniti e in molti Paesi europei.

Vediamo cos’è successo.

Studenti manganellati a Pisa: la vicenda

Venerdì 24 febbraio, c’è stato un corteo pro-Palestina, organizzato dagli studenti, a Pisa.

Il corteo voleva raggiungere piazza dei Cavalieri, dove ha sede la Scuola Normale. Ma i poliziotti hanno bloccato uno degli accessi e hanno caricato gli studenti, che cercavano di oltrepassare lo sbarramento. La Procura ha incaricato i carabinieri di ricostruire cos’è accaduto e al vaglio ci sono diversi video, tra cui quella della Digos.

Il questore Sebastiano Salvo ha spiegato che la carica è stata determinata

“da un momento di tensione scaturito da un contatto fisico tra alcuni manifestanti e i poliziotti che impedivano l’accesso alla piazza dei Cavalieri”.

Il corteo non sarebbe stato autorizzato e le forze dell’ordine ne sarebbero venute a conoscenza solo mediante i social media.

La risposta della politica

La carica della Polizia ha provocato diversi feriti negli studenti, tra i quali molti minorenni.
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è intervenuto dicendo che la Polizia ha caricato gli studenti per difendere la sinagoga di Pisa, definito “obiettivo sensibile”.

Parole che, però, sono state subito smentite, perché la sinagoga si trova in direzione opposta rispetto al corteo degli studenti, che avrebbero terminato la manifestazione al Polo didattico di San Rossore.

Il Partito Democratico ha annunciato un’interrogazione parlamentare. A parlare è stata Elly Schlein, segretaria di partito:

“Basta manganellate sugli studenti. Le immagini di Pisa sono inaccettabili: studenti e studentesse intrappolati in un vicolo e caricati a manganellate dalla polizia. Presentiamo subito un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi, affinché chiarisca. C’è un clima di repressione che abbiamo già contestato mercoledì scorso al ministro in Parlamento. Difendiamo la libertà di manifestare pacificamente”.

Sulla questione, come anticipato, è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una nota dell’ufficio stampa del Quirinale:

“Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.

Per la Lega, invece, si parla di “delirio di sinistra”. L’eurodeputata Susanna Ceccardi fa riferimento ad alcune immagini della Polizia, al vaglio della Polizia, che chiariranno la situazione, mostrando le provocazioni delle prime file verso gli agenti.

polizia body camLe Body Cam per la Polizia italiana potrebbero risolvere la situazione?

Coi recenti fatti di Pisa, ritorna il dibattitto sull’obbligo di far indossare le body cam e le targhette identificative, col numero di matricola, alle forze dell’ordine.

Le body cam sono dispositivi predisposti a registrare audio, immagini e video.

Con la circolare 555/III-OP/DIV.1 del 18 gennaio 2022 il Ministero ha assegnato 700 body cam ai quindici reparti mobili della Polizia di Stato e 249 ai Carabinieri. Come citato nella direttiva, si tratta di un

“ulteriore strumento di documentazione degli accadimenti e, nel contempo, di tutela del personale operante”.

Sempre nella circolare erano state inserite le procedure tecnico-tecnologiche, nelle quali si spiegava che i dati acquisiti potessero essere trattati solamente da un operatore autorizzato, il quale doveva trasferire i file sui server dedicati e conservati per un massimo di 6 mesi.

Gli agenti potevano avviare la registrazione solamente dietro ordine espresso del responsabile del servizio e i file potevano essere consultati immediatamente, solo se necessario al mantenimento dell’ordine pubblico.

Il Garante della Privacy ha valutato le disposizioni e ha indicato il divieto di registrazione continua oltre alla cancellazione dei file, appena trasferiti sui server di destinazione.

Le body cam, quindi, sono già in dotazione alle forze dell’ordine, ma, soprattutto dopo i fatti di Pisa, è richiesto un utilizzo più incisivo, per la sicurezza sia dei cittadini che degli agenti stessi.

Le Body cam in Europa

I Paesi europei devono seguire le norme del Gdpr e sono tante le forze di polizia che utilizzano le body cam, come in Belgio, Francia, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca e Finlandia.

La soluzione per la preservazione della privacy è l’oscuramento dei volti. Viene creato un “gemello digitale” di eventuali sospetti o fuggitivi, che la polizia ricerca, secondo diversi parametri: altezza, corporatura e colore degli abiti indossati nel momento del reato. Perciò, non vengono utilizzate fotografie o video diretti del volto.

Arginato il problema della privacy, l’utilizzo massiccio delle body cam da parte della Polizia dipende dalla volontà del legislatore. Si riapre, perciò, il dibattito dopo l’ennesimo caso di tafferugli.

Le body cam sono considerate dispositivi “bipartisan”, poiché il loro impiego gioverebbe sia alle forze dell’ordine che alla collettività, in modo da garantire una giustizia generale.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it