Un recente dossier pubblicato dalla fondazione Openpolis ha messo in luce una grande problematica: i vincoli imposti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per favorire le assunzioni di donne e giovani si stanno dimostrando poco efficaci.


Nonostante gli ambiziosi obiettivi dichiarati dal piano, la maggioranza dei progetti finanziati non sta rispettando le quote previste per l’assunzione di queste categorie.

Sulla carta infatti il PNRR, tra i suoi vari obiettivi, mira a migliorare le condizioni socio-economiche delle donne e dei giovani, promuovendo un aumento significativo del loro tasso di occupazione. Per raggiungere questo scopo, dal 2021 è stato introdotto un vincolo per gli operatori economici che vincono appalti finanziati dal piano: almeno il 30% delle nuove assunzioni deve riguardare giovani sotto i 36 anni, e un altro 30% deve essere riservato alle donne.

Il PNRR non sta aiutando abbastanza le assunzioni di donne e giovani

Tuttavia, un’analisi di Openpolis dei dati del 2023 ha rivelato che il 69% dei bandi pubblicati fino a quel momento non aveva previsto queste quote di assunzione. Un anno dopo, la situazione non è cambiata di molto. Al 4 aprile 2024, il 64% dei bandi PNRR continuava a non includere vincoli per l’assunzione di donne e giovani. Solo il 32% dei contratti stipulati ha rispettato le quote previste, mentre il restante 3% ha stabilito percentuali inferiori al 30%.

Il vincolo di assunzione è stato formalmente introdotto dall’articolo 47 del decreto legge 77/2021, che prevede sanzioni per chi non rispetta le quote. Tuttavia, le stazioni appaltanti possono avvalersi di numerose deroghe, giustificate da motivazioni come l’importo ridotto del contratto o la necessità di assumere personale con specifiche qualifiche. Al 4 aprile 2024, il 42% delle deroghe richieste era motivato proprio dall’entità economica limitata dei contratti, segnalando una difficoltà strutturale nel coniugare i vincoli con la realtà del mercato del lavoro.

Disparità di genere e cresita dei NEET

Il problema dei vincoli PNRR si inserisce in un contesto più ampio di disparità sociali e di genere. Nel 2023, il 42,3% delle donne italiane tra i 15 e i 64 anni risultava inattivo, un dato che riflette non solo una scarsa partecipazione al mercato del lavoro, ma anche un problema culturale radicato.

Anche tra i giovani, i tassi di inattività sono preoccupanti: il 48,1% dei ragazzi tra 15 e 34 anni non lavorava né era inserito in percorsi di studio o formazione, una condizione che li esclude dal mercato del lavoro e li rende dei NEET (cittadini che non studiano, né lavorano né ricevono una formazione).

L’inefficacia dei vincoli di assunzione del PNRR mette in evidenza la necessità di un approccio più ampio per combattere le disuguaglianze di genere e generazionali. Le deroghe previste dal decreto legge 77/2021 sono un sintomo della difficoltà di applicare misure standardizzate a un mercato del lavoro caratterizzato da profonde differenze territoriali e settoriali.

Perché il PNRR possa realmente contribuire a ridurre i divari socio-economici, è essenziale che il governo riconsideri le priorità trasversali del piano. Queste priorità, inizialmente pensate per affrontare disuguaglianze in vari ambiti della vita quotidiana, devono essere integrate in modo più incisivo nelle riforme e negli investimenti del PNRR.

Domande aperte e prospettive future

Il Governo Meloni, fino ad ora, non ha fornito indicazioni chiare su come intende affrontare queste sfide nel contesto del PNRR, nonostante la recente revisione del piano e l’aumento delle risorse disponibili. Le domande sull’efficacia delle misure adottate restano numerose: come sarà monitorato l’impatto delle riforme su donne e giovani? Quali strategie verranno messe in atto per garantire che le risorse del PNRR contribuiscano realmente a ridurre le disuguaglianze?

Un’analisi più approfondita e un monitoraggio continuo sono indispensabili secondo Openpolis per garantire che il PNRR non solo rispetti le promesse fatte, ma riesca effettivamente a trasformare il tessuto socio-economico del paese, riducendo le disparità e creando opportunità per tutti.

Il dossier curato da Openpolis

Qui il documento completo.


Fonte: articolo della redazione, basato sui dati del dossier della Fondazione Openpolis