PNRR Italia terza rataL’Italia è in attesa della terza rata del PNRR, mentre va incontro alla scadenza: i tecnici UE sono a Roma per una “visita di routine”.


PNRR Italia terza rata: ieri, 12 giugno, è iniziata la visita a Roma dei tecnici dell’Unione Europea per il PNRR.

Come sottolineato dal Ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, si tratterebbe di una visita “di routine, programmata da tempo”.

Ma l’Italia è, intanto, in attesa della terza rata del PNRR, pari a 21,8 miliardi di euro e si avvicina sempre di più la scadenza di fine agosto per modificare il Piano, che il Governo Meloni ha annunciato di voler cambiare, integrando il RePowerUe.

Come definito da Fitto, si tratta de “l’ultima occasione per mettere ordine”.
Ma cosa rischia l’Italia? Vediamolo insieme.

PNRR Italia terza rata: gli interventi di modifica

Il Ministro Fitto si è detto “ottimista” sull’arrivo della terza rata del Pnrr.
Durante il Forum in Masseria a Manduria, il Ministro ha ribadito come la visita dei tecnici UE faccia parte degli incontri ordinari che si svolgono “ogni sei mesi, in tutti i Paesi”.

È probabile, comunque, che i tecnici chiedano garanzie sull’attuazione del PNRR italiano, per verificare la situazione, soprattutto dopo la polemica degli scorsi giorni sul ruolo della Corte dei Conti.

Ma alcune modifiche saranno comunque apportate, sia per i progetti che non saranno portati a termine per giugno 2026 e sia per i progetti che non rientrano nelle caratteristiche del Piano, come gli stadi di Firenze e Venezia.

La rimodulazione riguarderebbe anche le Regioni, poiché dal 2014 al 2020 sono stati spesi solo il 34% dei fondi UE. Alle Regioni, quindi, le risorse andranno solamente dietro una lista precisa e puntuale di obiettivi e un cronoprogramma.

Le opposizioni si sono schierate contro il Governo, a causa dei ritardi dell’Italia nei progetti delineati dal PNRR. Il Ministro Fitto ha dichiarato che “dobbiamo fare velocemente, ma bene”, senza dover alzare alcun polverone. Ma ha anche ricordato che le critiche dovevano essere espresse due anni fa e non ad un Governo che è in carica da sei mesi, a cui non possono essere imputati i ritardi.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it