Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, il prodotto interno lordo italiano ha subito variazioni decisamente differenti a seconda della zona geografica di riferimento. Se, a livello nazionale, si è verificato un calo del Pil pari all’1,9 per cento, a livello territoriale si osservano dinamiche eterogenee.
In particolare, la decrescita nel Nord Ovest è stata molto meno marcata, attestandosi sullo 0,6 per cento; segno negativo anche nel Nord Est, ma questa volta quasi in linea con la media italiana (-1,5 per cento). Lo stesso, vale per il Centro, dove si sono perduti 1,8 punti percentuali di Pil, mentre il Sud è quello che ha registrato la contrazione in assoluto maggiore, pari a più del doppio del dato medio nazionale (-4 per cento).
A livello settoriale, la flessione nel Nord Est ha riguardato, soprattutto, l’industria (-3,4 per cento), mentre il terziario è calato solamente dello 0,4 per cento. Da notare, poi, l’anomalia del settore agricolo, in crescita di ben 4,7 punti percentuali. Nel Centro, invece, la diminuzione dfel Pil ha caratterizzato, in particolare, il settore primario (-1,2 per cento), l‘industria (-1,4) e il terziario (-1,5). Al Sud, infine, l’industria e i servizi sono crollati, rispettivamente, del’8,3 e del 3,1 per cento.
FONTE: CGIA Mestre