Polemica, nel giorno del ricordo di Piersanti Mattarella, per la gaffe di Conte sul ‘congiunto’ del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Che cosa è successo?
“Una delle cose che più mi ha addolorato nei giorni scorsi è stato quando c’è stato un attacco alla memoria di un congiunto del presidente Mattarella sui social, adesso non ricordo esattamente. Questa veramente è stata una cosa che mi è dispiaciuta”. E’ polemica per questa frase pronunciata ieri dal neo premier Giuseppe Conte in aula alla Camera, durante le repliche del dibattito sulla fiducia. Il riferimento è alle frecciate social che sono state indirizzate a Mattarella nei giorni di incertezza sul futuro Governo e del braccio di ferro su Savona come ministro dell’Economia. Addirittura, in quei giorni, era girata sui social la frase “La mafia ha ucciso il Mattarella sbagliato”.
L’utilizzo della parola ‘congiunto’ per indicare il fratello del capo dello Stato, Piersanti Mattarella, ex governatore della Sicilia ucciso dalla mafia, senza però citarne il nome non è piaciuto a molti. Tanto più condito dalla frase ‘adesso non ricordo esattamente’, che a molti ha fatto balenare l’idea che forse il professore Conte non avesse un’idea precisa di cosa stesse parlando.
L’attacco di Graziano Delrio
Graziano Delrio è stato tra i primi a intervenire, subito ieri, prendendo la parola al momento delle dichiarazioni di voto a Montecitorio per la fiducia del governo: “Piersanti, si chiamava Piersanti“, ha detto Delrio rivolgendosi a Conte.
Oggi, poi, intervistato a Circo Massimo su Radio Capital, è tornato sul quelle parole di Conte. “Non si può dimenticare che questa repubblica, questa democrazia, il benessere dei cittadini e le nostre libertà sono dipese dal nome e dal cognome di uomini e donne che hanno fatto la Resistenza, la Costituzione, che sono morte vittime della criminalità organizzata. Noi siamo debitori verso queste persone. Essere generici per delle scuse generiche a me è sembrato davvero un gesto che nell’aula di Montecitorio non poteva essere tollerato”.
“Questo è un elemento che deve far riflettere- prosegue Delrio- sul fatto che se dimentichiamo le cose e le persone che ci hanno precedutoforse non abbiamo un grande futuro. Siamo tutti un po’ debitori.. questa palingenesi, questo nuovo inizio come se tutto quello che c’è stato prima fosse da dimenticare o tutto schifoso, a me sembra veramente improponibile”.
Ma Conte non ha nominato Piersanti Mattarella per dimenticanza, ignoranza o sciatteria? “Non lo so, non faccio la psicanalisi al presidente del consiglio, lo giudicheremo dai fatti. Sicuramente le parole sono state molto generiche, le assenza molto gravi, come quella di chiamare per nome Piersanti, le cose che ha detto hanno un po’ sconcertato tutti al di là delle tifoserie”.
Chi era Piersanti Mattarella?
Fu eletto dall’Ars presidente della Regione Siciliana il 9 febbraio 1978 con 77 voti su 100, il risultato più alto della storia dell’Assemblea, alla guida di una coalizione di centro-sinistra con l’appoggio esterno del Partito Comunista Italiano al suo partito, la Democrazia Cristiana.
La presidenza di Mattarella si distinse per l’azione riformatrice portata avanti in regione. Poco dopo l’omicidio di Peppino Impastato, conduttore radiofonico candidato sindaco a Cinisi per Democrazia Proletaria, avvenuto per ordine di Tano Badalamenti, Mattarella si recò nella città per la campagna elettorale comunale pronunciando un durissimo discorso contro Cosa Nostra che stupì gli stessi sostenitori di Impastato.
Rappresentò una chiara scelta di campo il suo atteggiamento alla Conferenza regionale dell’agricoltura, tenuta a Villa Igiea la prima settimana di febbraio del 1979. Il deputato Pio La Torre, presente in quanto responsabile nazionale dell’ufficio agrario del Partito Comunista Italiano (sarebbe divenuto dopo qualche mese segretario regionale dello stesso partito) attaccò, con furore, l’Assessorato dell’agricoltura, denunciandolo come centro della corruzione regionale, e additando lo stesso assessore come colluso alla delinquenza regionale. Mentre tutti attendevano che il presidente della Regione difendesse vigorosamente il proprio assessore, Giuseppe Aleppo, Mattarella riconobbe pienamente la necessità di correttezza e legalità nella gestione dei contributi agricoli regionali.
L’assassinio
La domenica del 6 gennaio 1980, in Via della Libertà a Palermo, non appena entrato in una Fiat 132 insieme con la moglie, i due figli e la suocera per andare a messa, si avvicinò un killer al finestrino e lo freddò a colpi di pistola. In seguito alla sua morte, il vice presidente, il socialista Gaetano Giuliano, guidò la giunta regionale fino al termine della legislatura, avvenuta cinque mesi dopo. Nel luogo dove è avvenuto l’omicidio è stata posta una targa in suo ricordo.
Interessante ma dovreste mettere Delle frasi che diceva Piersanti Mattarella