Il ministro Franceschini ha presentato in Consiglio dei Ministri il piano che delinea lo sviluppo del settore nei prossimi sei anni per rilanciare la leadership italiana sul mercato turistico mondiale. Nel 2016 registrato un +4,3% di arrivi internazionali.
Nel 2016 l’Italia ha registrato un +4,3% di arrivi internazionali, con oltre 60 milioni di visitatori dall’estero. Lo ha reso noto il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che ha presentato in Consiglio dei Ministri il piano strategico del turismo 2017-2022, che delinea lo sviluppo del settore nei prossimi sei anni per rilanciare la leadership italiana sul mercato turistico mondiale. I dati degli arrivi complessivi (italiani e stranieri) sul territorio nazionale sono saliti del 50% tra il 2001 e il 2015. Il 52% degli arrivi totali è di provenienza italiana, il 70% degli arrivi internazionali è di provenienza europea. Nel biennio 2016-2018 si prevede una crescita di oltre il 3% degli arrivi, grazie soprattutto al movimento extraeuropeo (+5,8%). Riguardo agli investimenti, il flusso dovrebbe crescere con una media annua dell’1,8% nei prossimi dieci anni, per attestarsi su un valore di 10,9 miliardi nel 2026 (il 3,4% del totale). Secondo il Country Brand Index (Future brand 2014-2015), turismo e cultura si confermano, per l’Italia, quali principali fattori di attrattività e riconoscibilità.
Il Piano presentato in Cdm promuove una visione declinata in quattro macrobiettivi: innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale: realizzazione, in collaborazione con le Regioni, del primo Catalogo dei prodotti e delle destinazioni italiane. Progetti innovativi di formazione delle guide del patrimonio storico e culturale con gli attrattori enogastronomici. Creazione di forme di percorrenza alternative (vie e cammini). Potenziamento dell’attrattività del sistema dei Siti Unesco e delle città della cultura. Incentivi alla fruizione responsabile di contesti paesaggistici diffusi anche attraverso il recupero a fini di ricettività di qualità del patrimonio demaniale dismesso quali fari, case cantoniere e stazioni. Trasformazione dei grandi “landmark” italiani del turismo balneare e delle grandi città d’arte in “porte di accesso” ad altri territori emergenti, dalla grande capacità attrattiva ancora non espressa. Accrescere la competitività del sistema turistico: intermodalità tramite collegamento dei nodi dell’Alta velocità con le destinazioni di città d’arte tramite trasporto su gomma; valorizzazione delle ferrovie storiche in percorsi turistici; rifinanziamento del tax credit ristrutturazione per i prossimi tre anni; semplificazione e armonizzazione del sistema normativo; promozione dell’innovazione e della digitalizzazione.
Sviluppare un marketing efficace e innovativo in collaborazione con Enit con il progetto “Porte d’Italia” che valorizza gli hub di ingresso al paese tramite strumenti di comunicazione, tra cui il WIFI unico nazionale. Particolare attenzione sarà dedicata alla valorizzazione dei Siti Unesco, grazie anche ad alcuni gemellaggi con i siti cinesi. Realizzare una governance efficiente e partecipata per elaborare il Piano e le politiche turistiche : realizzazione di cruscotti previsionali con utilizzo di Big Data di andamento del settore, in accordo con Istat, Regioni e Enit. Le azioni previste dal Piano si basano su tre principi trasversali, declinati in ogni ambito: sostenibilità, innovazione e accessibilità. Il documento integrale è disponibile sul sito www.beniculturali.it