Il problema delle aggressioni dei medici negli ospedali sta dilagando e il Governo sta delineando un piano per poter risolvere la questione.


Come annunciato da Luca Ciriani, il ministro del Rapporti con il Parlamento, il Governo è al lavoro sul tema degli episodi di violenza contro il personale sanitario.

Negli ultimi cinque anni, in Italia, c’è stato un incremento degli episodi violenti pari al 38%. Inoltre, hanno iniziato a comparire anche le armi, aggravando ulteriormente il fenomeno.

Il tema potrebbe essere affrontato con un emendamento del decreto Omnibus.

Ecco le misure in programma.

Aggressioni medici negli ospedali: il piano del Governo

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato che le aggressioni del personale sanitario siano anche un “problema culturale”, perché si è disgregato il rapporto tra medico e paziente.

Nel vertice, al quale sono intervenuti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i ministri Luca Ciriani, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Orazio Schillaci, sono state ipotizzate diverse misure.

Tra queste, c’è la possibilità di filtrare l’accesso dei visitatori al Pronto Soccorso, ma anche di aumentare il numero di agenti di Polizia nei presidi sanitari.
Altre ipotesi in ballo sarebbero quelle d’installare telecamere di videosorveglianza e la possibilità di arresti in flagranza in differita.

Come dichiarato dal Ministro Ciriani:

“Vediamo se è possibile inserire le misure nel decreto Omnibus. Ci confronteremmo volentieri con la maggioranza e con le opposizioni; crediamo che sia una materia urgente e trasversale”.

Nel vertice, è stato sottolineato come, attualmente, ci siano 198 presidi di polizia attivi nelle strutture ospedaliere, su tutto il territorio nazionale, a fronte dei 126 preesistenti.
Dall’inizio del 2023, infatti, c’è stato un aumento di 72 presidi (pari al 57,1%) e del numero di operatori della Polizia impiegati (da 299 a 432).

L’intervento di Massimo Carlini

Sul tema è intervenuto Massimo Carlini, il Presidente della Società Italiana di Chirurgia:

“Aggredire chi tenta di salvare vite è un reato che va punito penalmente e con severità. Ma contestualmente bisogna intervenire sulle cause. Quindi sanare la grave carenza di personale, arginare le fughe all’estero, combattere le querele temerarie per presunta colpa medica, valorizzare i professionisti economicamente e contrattualmente. Bene la proposta del ministro Schillaci dell’arresto in flagranza di reato per coloro che aggrediscono un professionista sanitario nell’esercizio delle proprie funzioni. La sensazione, però, è che il provvedimento non possa bastare ad arginare il fenomeno. Così come non sono sufficienti i presìdi fissi delle forze dell’ordine e la presenza dell’Esercito nelle strutture sanitarie”.