In Italia, il mercato automobilistico è sempre più orientato verso i veicoli di “seconda mano” con una tendenza che sembra consolidarsi anno dopo anno: ecco perché ormai si comprano solo auto usate.


Le statistiche del bollettino elaborato dall’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentati Autoveicoli Esteri)  parlano chiaro: nel 2024, a fronte di 121.666 nuove immatricolazioni, si sono registrati ben 443.993 trasferimenti di proprietà di veicoli usati. Questo divario significativo rispecchia un cambio di paradigma che coinvolge il ceto medio, sempre più escluso dal mercato del nuovo a causa dei costi proibitivi.

Perché in Italia si comprano ormai solo auto usate?

L’acquisto di auto usate, per ora, resta la scelta obbligata per la maggior parte degli italiani, riflettendo non solo una questione di prezzo ma anche un adattamento a un mercato che non sembra in grado di rispondere alle sfide del presente.

Prezzi fuori portata per il nuovo

Uno dei principali ostacoli all’acquisto di auto nuove è il prezzo medio, che ha raggiunto i 29.000 euro. Una cifra che rende l’acquisto proibitivo per molte famiglie, spingendole verso alternative più economiche. Nel 2024, il numero complessivo di immatricolazioni è calato dello 0,5% rispetto al 2023, confermando una crisi strutturale del settore. Inoltre, il volume delle vendite rimane ben al di sotto dei livelli pre-pandemia, con una differenza del 18,7% rispetto al 2019.

Auto elettriche e ibride: un’occasione mancata

Nonostante gli incentivi e le pressioni europee per una transizione verso una mobilità a emissioni zero, i veicoli elettrici faticano a decollare. La quota di mercato delle auto elettriche pure (BEV) è rimasta stabile al 4,2%, la stessa del 2023, mentre le ibride plug-in (PHEV) hanno subito un calo, scendendo al 3,3%. L’insufficienza di infrastrutture, unita alla mancanza di incentivi omogenei e alla scarsa offerta di modelli accessibili, frena l’adozione di queste tecnologie. La situazione si complica ulteriormente con i target di emissioni imposti dall’Unione Europea, che potrebbero tradursi in pesanti sanzioni per i costruttori.

Il successo dell’usato

Il mercato dell’usato continua invece a crescere, registrando un aumento del 4% nel 2024. Questo trend è favorito da prezzi più accessibili e da una maggiore offerta di veicoli recenti e in buone condizioni, spesso provenienti dal noleggio a lungo termine. In particolare, le vetture ibride di seconda mano stanno guadagnando terreno, offrendo un compromesso tra innovazione e sostenibilità economica.

Segmenti e alimentazioni: cosa si compra oggi?

Le berline e i SUV continuano a dominare il mercato, con una crescita significativa nel segmento B. Per quanto riguarda le alimentazioni, il motore a benzina resta la scelta più diffusa, con una quota del 29% nel 2024, seguito dalle ibride, che raggiungono il 40,2%. In calo, invece, il diesel, che si ferma al 13,9%, segnando un progressivo declino rispetto al passato.

Il contesto geografico

A livello territoriale, il Nord Est si conferma l’area con la maggiore penetrazione di mercato, spinta dalla diffusione del noleggio, mentre il Nord Ovest e il Centro Italia mostrano una leggera flessione. Al Sud e nelle Isole, sebbene la quota di mercato rimanga limitata, si registra una crescita modesta ma costante, trainata dalla domanda di usato.

Prospettive per il futuro

La stagnazione delle vendite di auto nuove e l’aumento delle emissioni medie di CO₂ segnalano un sistema in difficoltà. Per rilanciare il settore, serve una strategia più incisiva e coordinata, capace di conciliare l’accessibilità economica con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Tuttavia, senza un intervento deciso da parte del governo e dell’Unione Europea, il mercato dell’auto in Italia rischia di rimanere bloccato in una crisi che penalizza sia i consumatori che i produttori.

Il bollettino dell’UNRAE

Qui il documento completo con tabelle e grafici.