La Romania è al centro di una crisi politica senza precedenti: perché il voto alle elezioni presidenziali è stato annullato? Scopriamolo.
La Corte costituzionale romena ha infatti annullato il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali, provocando un terremoto istituzionale e alimentando polemiche sia sul fronte interno che internazionale.
Perché è stato annullato il voto in Romania?
La decisione, giunta a soli due giorni dal previsto ballottaggio, è stata motivata dall’avvio di un’indagine su presunte ingerenze straniere nel processo elettorale, un’accusa che ha scatenato tensioni e proteste in tutto il Paese
Il candidato ultranazionalista Călin Georgescu, noto per le sue posizioni filo-russe e contrarie all’Unione Europea e alla NATO, aveva sorprendentemente superato il primo turno delle presidenziali con il 23% dei voti, nonostante i sondaggi lo dessero al 5%. La sua campagna elettorale, condotta principalmente sui social media, in particolare su TikTok, ha polarizzato l’opinione pubblica. Tuttavia, il risultato elettorale è stato messo in discussione dal Consiglio supremo per la sicurezza di Bucarest, che ha segnalato il Paese come bersaglio di “azioni ostili da parte di Stati stranieri, in particolare la Russia.”
L’annullamento del voto ha coinvolto anche i 33.000 elettori della diaspora che avevano già espresso la propria preferenza, alimentando ulteriori tensioni. Georgescu ha definito la decisione un “colpo di Stato” e un “attacco alla democrazia,” incitando i suoi sostenitori a manifestare simbolicamente presso i seggi.
Interferenze e arresti: un clima sempre più teso
L’arresto di Horatiu Potra, un controverso ex mercenario romeno con legami con la Legione Straniera e simpatie dichiarate per la Russia, ha aggravato la situazione. Potra è accusato di aver pianificato attacchi contro manifestanti anti-Georgescu, uno scenario che, secondo le autorità, avrebbe potuto portare a violenze su larga scala.
Il governo ha sottolineato la gravità della situazione, descrivendo un contesto in cui la sicurezza nazionale è minacciata da gruppi paramilitari e campagne di disinformazione orchestrate dall’estero. Questo quadro ha rafforzato la narrativa di un Paese nel mirino di potenze straniere che mirano a destabilizzarlo.
Reazioni interne ed europee
La crisi ha generato reazioni contrastanti. Il presidente Klaus Iohannis ha cercato di rassicurare la popolazione, affermando che la Romania resta un “Paese solido,” mentre l’ex commissaria europea Věra Jourová ha espresso preoccupazione per il rischio che le elezioni democratiche siano minate.
Parallelamente, manifestazioni contro l’avanzata dell’estrema destra hanno avuto luogo a Bucarest, segnalando una società sempre più divisa. La tensione è stata amplificata dalle dichiarazioni della Lega in Italia, che ha criticato la decisione della Corte romena come un pericoloso precedente, accusando Bruxelles di ingerenza.
Un futuro incerto
L’annullamento del voto ha lasciato la Romania in uno stato di incertezza. Con il ballottaggio sospeso e la fiducia nelle istituzioni messa a dura prova, il Paese deve affrontare il difficile compito di ristabilire un clima di stabilità e legittimità democratica. Intanto, la comunità internazionale osserva con attenzione, consapevole che questa crisi potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini romeni.