pensionati-poveri-salari-bassi-voucherLe critiche arrivano direttamente dal Presidente uscente dell’INPS, Pasquale Tridico: “Con voucher, contratti precari (con salari bassi) e lavoro intermittente creiamo futuri pensionati poveri”.


Si tratta di un allarme lanciato da una voce alquanto autorevole: Pasquale Tridico infatti, oltre ad essere dal 2019 presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale italiano (in scadenza di mandato) è anche un importante economista italiano.

Uno studioso che ha svolto la sua carriera accademica studiando approfonditamente materie quali economia del lavoro, disuguaglianze di reddito, sistemi di welfare, politica economica italiana ed europea, transizione dei paesi ex comunisti e integrazione europea, sviluppo economico e crisi finanziarie.

Pertanto potrebbe essere sintomatico il suo appello in questa delicata fase storica, in cui Italia ed Europa dopo la crisi dovuta alla pandemia stanno affrontando le conseguenze economiche della guerra in Ucraina, che ormai perdura da più di un anno.

“Pensionati più poveri per colpa di salari bassi e voucher”

Questa la sintesi dell’intervento di Tridico, rilasciato in una conferenza stampa di bilancio sui suoi quattro anni di mandato:

Oggi molti sindacati e molti partiti parlano, giustamente, di una pensione di garanzia. Certamente è una soluzione ma una soluzione ex post. Io invece sono per le soluzioni ex ante: non dobbiamo preoccuparci di ridurre la povertà quando l’abbiamo creata ma dobbiamo cercare di evitare di creare pensionati poveri come quelli che ci saranno grazie ai voucher, lavoro intermittente, precariato e bassi salari”.

Un intervento dunque che esprime molta preoccupazione sul futuro non solo dei lavoratori attuali ma anche dei pensionati di domani, che potrebbero trovarsi in una situazione di povertà.

Pertanto ha concluso nel seguente modo:

“Oggi il sistema previdenziale si basa sul lavoro. Quanto più è stabile e ben retribuito tanto più sarà alta la pensione. I voucher hanno una contribuzione del 13% appena contro il 33% del lavoro stabile. Si troverà 20 punti percentuali in meno se vivrà solo di voucher o se vivrà di contratti intermittenti, a tempo, precari o con bassi salari […] quanto più il lavoro è stabile, quanto più è retribuito, tanto più la nostra pensione è più alta“.

Un allarme che di recente Pasquale Tridico aveva lanciato anche in una trasmissione televisiva su La7:

Il problema per le nuove generazioni non sarà se avere o meno la pensione ma i lavori che hanno svolto: con contratti a tempo determinato il rischio è che in futuro matureranno pensioni povere.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it