Nuovo caso giudiziario che si abbatte su un Ente Locale: con l’accusa di peculato e abuso d’ufficio, il sindaco di Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza, è finito in manette.
Nuovo caso di corruzione e procedure poco trasparenti: l’indagine che ha portato ai due arresti riguarda, secondo quanto riferiscono i carabinieri, la gestione delle procedure di assegnazione di abitazioni di edilizia popolare.
Il sindaco del comune calabrese di Guardia Piemontese, Vincenzo Rocchetti, è stato arrestato dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Paola. Insieme a Rocchetti è stato arrestato il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune, del quale, al momento, non è stata resa nota l’identità.
Sarebbe stata la gestione delle case popolari a mettere nei guai il sindaco e il capo dell’ufficio tecnico del comune di Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza.
Essi inoltre, attingevano a risorse pubbliche appostate alla voce di bilancio dell’Ente destinata a “Spese per opere pubbliche finanziate dalle concessioni edilizie” per pagare la bonifica di locali comunali che erano oggetto di intercettazioni ambientali disposte dalla Procura della Repubblica di Paola.
Il sindaco Rocchetti ed il dirigente sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Paola in esecuzione un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip della cittadina tirrenica, Rosamaria Mesiti, su richiesta del Procuratore della Repubblica, Pierpaolo Bruni.
Nel procedimento penale in esame risultano indagati altri soggetti, sulle cui generalità l’Ufficio di Procura mantiene il più stretto riserbo.
I numeri della corruzione in Italia
Le mafie e la corruzione non sono una mera questione di ordine pubblico, ma costituiscono una seria, concreta e attuale minaccia per la nostra democrazia e per lo sviluppo della nostra economia. Lo testimoniano, tra i vari dati, i 70 i comuni sciolti per mafia negli ultimi cinque anni – 32 dei quali nella sola Calabria – e i più di 15 miliardi di investimenti esteri persi dal nostro Paese, come ricordato dal Governatore della Banca d’Italia. Se in Italia ci fosse lo stesso livello di corruzione che c’è in Germania, il reddito nazionale degli italiani aumenterebbe di 585 miliardi, come documentato da autorevoli studi accademici.