pasta-glifosato-sostanze-nocivePasta con glifosato e sostanze nocive e cancerogene in alcune marche di paste in Italia: ecco i dettagli di una ricerca.


Il glisofato è un problema per la pasta, ma anche per tanti altri cibi e alimenti compreso anche il vino. Da poco c’è una vera e propria campagna dei produttori italiani, almeno di alcuni, per eliminare l’uso di questo pesticida.

 

Ma qual è la situazione?

 

I risultati della ricerca

 

L’ultimo test de ‘Il Salvagente’ su 23 produzioni a marchio dei pastai, i principali brand sullo scaffale, promuove la qualità raggiunta dalla pasta italiana e del frumento made in Italy. I nuovi risultati delle analisi confermano che la materia prima è oggi diversa da quel grano, canadese e statunitense, spesso troppo contaminato da residui di glifosato davvero preoccupanti.

 

La ricerca invita a un ”cauto ottimismo. Trovare campioni con anche 4 o 5 residui di pesticidi, con il rischio dell’effetto combinato sulla nostra salute, così come l’insorgenza di micotossine diverse da quelle a cui eravamo abituati suggeriscono che è ancora presto per cantar vittoria. Ma non va abbassata la guardia”.

 

Tradizionali, biologiche, integrali: sono 23 i pacchi di pasta italiana (penne per le precisione) che sono finiti sotto al microscopio. Sotto esame sono finite alcune della marche più popolari tra i consumatori italiani, come De Cecco, Barilla, Garofalo, La Molisana, Alce Nero, Rummo, Divella, Granoro e Voiello. E sono state tutte, a quanto pare, promosse.

 

Le analisi sono state condotte in tre diversi laboratori: le prove sulle micotossine sono state svolte presso il laboratorio di Chimica degli alimenti del dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli; le prove per la concentrazione di proteine e sulla tenuta in cottura della pasta sono stati condotti nei laboratori del Gruppo Maurizi a Roma; e l’analisi multiresiduale sui pesticidi è stata eseguita dalla pH Srl di Tavernelle Val di Pesa.