Sta facendo il giro della Rete il video del Party illegale nella riserva naturale di Isola delle Femmine, in provincia di Palermo: si riapre il dibattito sulla tutela delle aree marine protette.


L’Isola delle Femmine, conosciuta per la sua bellezza naturale e status di area marina protetta dal 1997, è diventata teatro di un controverso evento: un party organizzato da due fratelli della Palermo bene, noti per le loro feste sontuose.

L’isolotto, normalmente riservato alla conservazione ambientale, è stato trasformato in una discoteca a cielo aperto il sabato 29 giugno, attirando l’attenzione non solo per la musica e i balli, ma anche per il clamore generato.

Party illegale a Isola delle Femmine, caos nella riserva naturale [VIDEO]

Durante il festoso evento sull’Isola delle Femmine, i partecipanti hanno ampiamente documentato l’esperienza sui social media, suscitando l’attenzione delle autorità locali e degli ambientalisti. La Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza e la Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu) sono state tra le prime a segnalare l’accaduto, evidenziando la gravità dell’intrusione in una riserva naturale marina protetta.

Al momento, non è chiaro se i due fratelli organizzatori abbiano ottenuto le necessarie autorizzazioni per l’evento. Le prime indagini suggeriscono una mancanza di comunicazione formale con la direzione della riserva, che nega di aver ricevuto alcun preavviso in merito all’utilizzo dell’isolotto per il party.

Gli investigatori stanno attualmente determinando se l’area specifica in cui si è svolto il festeggiamento appartiene alla zona di tutela assoluta della riserva, dove l’accesso è severamente limitato per la conservazione ambientale, o se rientra in una zona aperta alle visite turistiche regolamentate. Le motovedette della Guardia di Finanza sono intervenute per porre fine all’evento, riportando i partecipanti a terra per l’identificazione e l’eventuale valutazione di sanzioni, in base alle normative vigenti sulla tutela ambientale.

Questa situazione ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla gestione e alla protezione delle riserve naturali, mettendo in discussione l’etica dell’utilizzo inappropriato di spazi destinati alla conservazione della biodiversità e alla fruizione sostenibile delle risorse naturali. Le autorità competenti continuano a indagare per stabilire le responsabilità e adottare eventuali misure correttive per prevenire simili episodi in futuro.

Qui di seguito il video che documenta la festa non autorizzata [Fonte: Palermo Today. Ndr: ovviamente nel video tutti i volti dei partecipanti sono sfocati per una questione di privacy.]

Che cosa si intende per area marina protetta?

Un’area marina protetta è una porzione di mare e di costa designata e gestita con l’obiettivo principale di conservare e proteggere gli ecosistemi marini e costieri, insieme alla biodiversità che vi risiede. Queste aree sono generalmente istituite per preservare habitat critici, specie marine in pericolo, e per promuovere la sostenibilità delle risorse ittiche.

Le aree marine protette possono includere diversi tipi di habitat marini, come barriere coralline, mangrovie, praterie di posidonia, e altre formazioni biologiche di importanza ecologica. La protezione di queste aree può essere raggiunta attraverso restrizioni sull’accesso e sull’utilizzo delle risorse naturali, regolamenti sulla pesca e altre attività umane, e campagne di sensibilizzazione per promuovere comportamenti responsabili da parte dei visitatori e degli operatori.

Le finalità delle aree marine protette includono:

  1. Conservazione della biodiversità: proteggere specie marine rare, vulnerabili o in pericolo e preservare gli habitat critici per il mantenimento della biodiversità marina.
  2. Gestione sostenibile delle risorse: promuovere la gestione sostenibile delle risorse ittiche e degli altri prodotti naturali, garantendo che le attività umane non compromettano la capacità dell’ambiente marino di mantenere la sua salute e produttività.
  3. Ricerca scientifica: fornire opportunità per la ricerca scientifica per comprendere meglio gli ecosistemi marini e monitorare i cambiamenti ambientali nel lungo termine.
  4. Educazione e turismo sostenibile: educare il pubblico sul valore ecologico delle aree marine protette e promuovere il turismo sostenibile che rispetti le regole e contribuisca alla conservazione.
  5. Mitigazione dei cambiamenti climatici: contribuire alla resilienza degli ecosistemi marini e costieri di fronte ai cambiamenti climatici attraverso strategie di adattamento e mitigazione.

Le aree marine protette sono gestite da autorità competenti che collaborano con comunità locali, scienziati, organizzazioni non governative e altri stakeholder per assicurare che gli obiettivi di conservazione siano raggiunti e che le attività umane siano regolate in modo da minimizzare l’impatto ambientale.

La normativa sulla tutela di queste aree

In Italia, la normativa sulla tutela delle aree marine protette si basa principalmente sulla Legge 979/1982, che istituisce il Sistema delle Aree Naturali Protette. Questa legge è stata successivamente integrata e aggiornata da diverse disposizioni normative successive, inclusi decreti ministeriali e regionali specifici per le singole aree marine protette.

Ecco i principali punti della normativa italiana riguardante le aree marine protette:

  1. Legge 979/1982: questa legge istituisce il Sistema delle Aree Naturali Protette in Italia, includendo sia le aree terrestri che quelle marine. Stabilisce i criteri generali per la protezione e la gestione delle riserve naturali, con l’obiettivo di conservare la biodiversità, promuovere la ricerca scientifica, e favorire l’educazione ambientale e il turismo sostenibile.
  2. Decreto legislativo 152/2006 (Codice dell’Ambiente): questo decreto, noto come Codice dell’Ambiente, regola la gestione ambientale in Italia e include disposizioni specifiche per la protezione delle aree marine. Tra i principi fondamentali vi è la necessità di tutelare gli ecosistemi marini e costieri, prevenire l’inquinamento, regolare le attività umane e promuovere la sostenibilità ambientale.
  3. Normativa regionale e decreti ministeriali: oltre alla normativa nazionale, le singole regioni italiane possono emanare leggi e regolamenti specifici per la gestione delle aree marine protette situate nel loro territorio. Questi regolamenti possono includere disposizioni aggiuntive per la conservazione delle risorse naturali, la regolamentazione delle attività turistiche e ricreative, e misure per il controllo delle attività di pesca e di navigazione.
  4. Piani di gestione delle aree marine protette: ogni area marina protetta in Italia è tenuta a sviluppare un Piano di Gestione, che definisce gli obiettivi di conservazione e le strategie per raggiungerli. Questi piani sono elaborati in consultazione con le comunità locali, le istituzioni scientifiche, le ONG ambientaliste e altre parti interessate, e sono approvati dalle autorità competenti.
  5. Autorizzazioni e regolamenti specifici: le attività umane all’interno delle aree marine protette sono regolamentate tramite autorizzazioni specifiche per garantire la compatibilità con gli obiettivi di conservazione. Queste autorizzazioni possono riguardare la pesca, il turismo, la ricerca scientifica e altre attività.

Quali sanzioni sono previste?

La normativa italiana prevede diverse sanzioni per le violazioni delle disposizioni di tutela delle aree marine protette. Queste sanzioni sono previste per scoraggiare comportamenti che possano compromettere la conservazione degli ecosistemi marini e costieri, nonché per garantire il rispetto delle regole stabilite per la gestione sostenibile di queste aree.

Le sanzioni possono essere di diverso tipo, inclusi:

  1. Multa amministrativa: le autorità competenti possono emettere multe amministrative nei confronti di chiunque violi le normative riguardanti le aree marine protette. Le multe possono variare in base alla gravità dell’infrazione e alla frequenza con cui si verifica la violazione.
  2. Confisca di beni e attrezzature: in casi gravi, le autorità possono anche procedere alla confisca di beni e attrezzature utilizzati durante l’attività illecita all’interno dell’area marina protetta. Questa misura serve a dissuadere ulteriormente i comportamenti illegali e a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente.
  3. Sospensione delle attività: le autorità hanno il potere di sospendere temporaneamente o definitivamente le attività che non rispettano le normative di tutela ambientale. Questa misura può essere adottata per evitare danni ulteriori agli ecosistemi marini e per garantire la ripristinazione dell’integrità ambientale dell’area protetta.
  4. Responsabilità penale: in casi particolarmente gravi di violazione delle normative, le persone coinvolte possono essere soggette a procedimenti penali, che possono includere sanzioni più severe come l’arresto o altre misure coercitive previste dalla legge.

Le sanzioni sono applicate dalle autorità competenti, che possono essere i gestori dell’area marina protetta, le Capitanerie di Porto, la Guardia di Finanza e altre forze dell’ordine con competenza in materia ambientale. L’obiettivo principale di queste misure è quello di garantire la protezione a lungo termine delle risorse naturali e degli habitat marini, promuovendo nel contempo un uso responsabile e sostenibile delle aree protette.

È fondamentale in conclusione che tutti coloro che visitano o operano all’interno di un’area marina protetta rispettino le normative vigenti e contribuiscano attivamente alla conservazione dell’ambiente marino, evitando comportamenti che possano mettere a rischio la biodiversità e la bellezza naturale di queste preziose risorse.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it