Entra in vigore definitivamente la legge sul ripristino della natura del Parlamento Europeo, la Nature Restoration Law: ecco di cosa si tratta.
Il 18 luglio 2024 è entrata a regime infatti questa nuova legge dal Parlamento europeo, che segna un passo importante per la protezione e il ripristino degli ecosistemi europei.
Si tratta della Nature Restoration Law, ovvero la legge sul ripristino della natura, che introduce diversi obiettivi importanti per il 2030.
Non si è trattato di un iter semplice. Il Partito popolare europeo (Centrodestra) ha combattuto molto contro l’approvazione della legge, denunciando le misure imposte agli agricoltori. Dalla proposta all’approvazione sono passati circa 20 mesi. Ecco di cosa si tratta.
Legge sul ripristino della natura: le misure approvate dal Parlamento europeo
La Legge è stata approvata con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astenuti e rappresenta solo l’inizio per il ripristino degli ecosistemi europei.
La norma impone ad ogni Stato membro di ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni entro il 2030. La soglia sale al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Ad essere interessate sono le zone umide, le foreste, i fiumi e le praterie sottomarine.
Piani di ripristino
I Paesi europei dovranno pertanto adottare piani nazionali di ripristino, in modo che le suddette zone non tornino a deteriorarsi in modo significativo.
Gli Stati membri si adopereranno per prevenire il deterioramento significativo delle zone che:
- hanno raggiunto un buono stato grazie al ripristino
- ospitano gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento.
Ecocidio e inversione del declino degli habitat
Tra le misure più importanti, troviamo l’introduzione del reato di ecocidio, che punirà coloro che danneggeranno l’ambiente con atti di inquinamento.
Negli ultimi decenni l’abbondanza e la diversità degli insetti impollinatori selvatici in Europa si sono drasticamente ridotte. Per far fronte a tale situazione, il regolamento introduce obblighi specifici che impongono misure intese a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori al più tardi entro il 2030.
Gli Stati membri metteranno in atto misure volte a migliorare almeno due dei seguenti tre indicatori: popolazione di farfalle comuni, stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati e percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità. Fra le principali misure del nuovo regolamento rientrano anche l’aumento della popolazione di uccelli in habitat forestale e la garanzia che non vi siano perdite nette di spazi verdi urbani e di copertura arborea urbana fino alla fine del 2030.
Inoltre dovranno essere messe in atto misure volte a ripristinare le torbiere drenate e a contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi supplementari entro il 2030 a livello di UE. Al fine di convertire almeno 25 000 km di fiumi in fiumi a scorrimento libero entro il 2030, gli Stati membri adotteranno misure per rimuovere le barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali.
In accordo con la posizione del Parlamento, fino al 2030 sarà data la priorità alle zone Rete Natura 2000. Bisognerà anche progredire sugli indicatori della biodiversità agricola, aumentando il numero di farfalle e uccelli da allevamento.
Tra gli obiettivi anche il miglioramento dei criteri di misurazione della salute delle foreste, la rimozione degli ostacoli ai corsi d’acqua e nuove misure contro il declino delle api.
Con l’approvazione di questa legge, oltre alla preservazione della biodiversità e dell’ambiente, inizia ad essere sempre più pressante il bisogno di una presa di posizione, da parte dell’Unione Europea, verso un futuro più sostenibile.
Entro il 2033 la Commissione riesaminerà l’applicazione del regolamento e il suo impatto sui settori dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura, nonché i suoi effetti socioeconomici più ampi.