debiti paL’aggiornamento al 20 luglio 2015 dei dati sui pagamenti della P.A. evidenzia erogazioni ai creditori per 38,6 miliardi, a fronte di un finanziamento complessivo ai debitori di 44,6 miliardi.

 

Il MEF indica “rispetto al picco del debito commerciale, stimato dalla Banca d’Italia a fine 2012 in circa 91 miliardi, risulterebbe quindi assorbita dagli enti debitori una somma corrispondente al picco di debito considerato scaduto e in ritardo di pagamento (secondo la Banca d’Italia “poco più della metà” del debito complessivo)” specificando che i debitori possono aver fatto fronte con le proprie risorse ordinarie, oltre che con i finanziamenti del Governo.

 

Il fenomeno del debito commerciale riguarda una ampia platea di piccole imprese: da nostre analisi sull’incidenza delle imprese con clientela pubblica , dato disponibile per 8 studi di settore tra i 23 studi di riferimento del sistema Confartigianato (con il 50,6% del totale delle imprese dei 23 studi) per cui sono disponibili informazioni sulla clientela pubblica emerge che nel complesso degli otto settori interessati il 14,0% delle piccole imprese ha clientela pubblica; per le imprese con clientela pubblica, i ricavi da vendite di beni e servizi alla PA incidono per il 31,1% dei loro ricavi totali.

 

Nel 2014 le spese correnti delle Amministrazioni Pubbliche in beni e servizi prodotti da produttori market e consumi intermedi rappresentano il 17,5% delle spese correnti ed ammontano a 134,1 miliardi di euro (8,3% del Pil) di cui 109,7 miliardi relativi ad acquisti delle Amministrazioni locali (81,9%).

 

Tra il 2000 e il 2014 gli acquisti della P.A. crescono del 54,5%, trainati dalla crescita del 65,7% della spesa delle Amministrazioni locali che nel 2014 rappresentano l’81,9% del totale.

 

Nel Documento di Economia e Finanza 2015 sono state previste attività volte a razionalizzare le 32.000 centrali d’acquisto della PA, affidandolo a circa 35 soggetti aggregatori gestite dalle regioni e delle città metropolitane o unioni di comuni oltre che dalla centrale di committenza nazionale Consip S.p.A. (DEF 2015, sezione III, pag. 13).

 

Un maggiore utilizzo del mercato elettronico dovrebbe consentire di ridurre le opacità e le irregolarità degli appalti pubblici. A tal proposito va ricordato nel 2014 il 38,7% degli appalti controllati dalla Guarda di Finanza è oggetto di assegnazione irregolare: a fronte di controlli su appalti pubblici per 4.630 milioni di euro, ben 1.793 milioni è l’importo oggetto di assegnazione irregolare e che ha portato alla denuncia di 933 persone (Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Guardia di Finanza, Rapporto Annuale 2014, pag. 17).

 

Gli acquisti della P.A. costituiscono una capitolo chiave della politica di spending review: il Commissario straordinario per la revisione della spesa indicava che una riduzione a regime delle spese per beni e servizi (incluso sanità) per 7,2 miliardi di euro, sottolineando che gli acquisti effettuati su convenzioni CONSIP comportano in media un risparmio del 24%.

 

Va infine ricordato che agli acquisti di beni e servizi di parte corrente si aggiunge la spesa della PA in conto capitale che nel 2014 è pari a 36,0 miliardi, pari al 2,2% del Pil ed è circa un quarto della spesa corrente delle Amministrazioni Pubbliche in beni e servizi e consumi intermedi.