Sul suo sito istituzionale l’Inps ha pubblicato il 16 febbraio 2016 i dati dell’Osservatorio sul precariato riferito all’anno 2015 (gennaio-dicembre). Secondo l’Istituto nell’anno in questione il numero complessivo delle assunzioni attivate dai datori di lavoro privati è risultato pari a 5.408.804 segnando una crescita di più 11% rispetto al 2014. Nel 2015, dichiara l’INPS in un suo comunicato, il numero complessivo delle assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) è risultato di 5.408.804 segnando una netta crescita rispetto agli anni precedenti (+11% sul 2014 e + 15% sul 2013).
Tale crescita è stata determinata essenzialmente dai contratti a tempo indeterminato anche grazie agli incentivi. Le assunzioni sono risultate quasi 1,9 milioni segnando un incremento del 47% rispetto al 2014. Di queste quelle a full time sono meno del 60%, percentuale in linea con gli anni precedenti. E’ rimasto sostanzialmente stabile il numero di assunzioni con contratti a tempo determinato, mentre sono diminuite le assunzioni in apprendistato (-20%). Per le cessazioni si registra una modesta riduzione: -2%.
Un rilevante dato di flusso è relativo alle trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato. Quelle che hanno interessato i contratti a tempo determinato sono risultate circa 500.000: rispetto al 2014 la crescita è risultata appena inferiore al 50%. Anche i rapporti di lavoro già regolati da contratto di apprendistato e divenuti rapporti normali a tempo indeterminato, essendo concluso il periodo formativo, sono aumentati (+23%). In virtù di queste dinamiche, la percentuale dei nuovi rapporti di lavoro attivati/variati a tempo indeterminato sul totale dei rapporti attivati/variati è stata del 41% rispetto al 32% del 2014. Per i giovani fino a 29 anni, questa quota è passata dal 24,5% al 33,6%.
Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra per le assunzioni a tempo indeterminato una crescita delle retribuzioni intermedie (tra 1.250 euro e 2.250) con una diminuzione della quota sia di quelle inferiori che di quelle superiori. Per i contratti a termine si evidenzia un leggero slittamento verso retribuzioni maggiori, con una riduzione della quota di quelle inferiori a 1.500 euro.
In allegato all’articolo potete consultare il comunicato con le statistiche complete dell’INPS.