Da maggio scatterà la cosiddetta “Operazione termostato”, ovvero la decisione di tenere sotto controllo i gradi dei condizionatori e dei riscaldamenti.
Operazione termostato: la guerra in Ucraina ha messo l’Italia e molti altri Paesi europei, dipendenti dal gas russo, in crisi per il presente e il futuro.
Il nostro Paese si sta impegnando a firmare contratti con nuovi distributori, per evitare un ulteriore rincaro dei prezzi che, in realtà, già c’è stato, sia sulle bollette che nei costi della benzina.
Per questo, il Governo ha deciso di attuare l’Operazione termostato, inserita nel Decreto bollette. Vediamo allora di cosa si tratta.
Operazione termostato: di che si tratta
All’inizio di maggio, si darà il via all’”Operazione termostato”, un emendamento contenuto nel Decreto Bollette, chiamato anche Decreto taglia prezzi.
Il decreto prevede dei limiti fissati per condizionatori e riscaldamenti, negli uffici pubblici.
I limiti sono i seguenti:
- I condizionatori non potranno stare sotto i 27 gradi, con una tolleranza massima di due gradi (quindi un massimo di 25 gradi);
- I riscaldamenti, invece, non potranno avere una temperatura più alta di 19 gradi, con una tolleranza fino a 21 gradi.
L’obiettivo della misura è quella di ridurre i consumi di metano di almeno 4 miliardi di metri cubi all’anno.
La misura rimarrà attiva fino al 31 marzo 2023. Le pene per i trasgressori sono salatissime: chi non rispetterà i nuovi parametri rischierà una multa dai 500 ai 3mila euro.
Faranno eccezione solamente ospedali e case di cura, oltre ovviamente alle case, i negozi e le strutture private.
Ad oggi, la Russia contribuisce al 38% del metano consumato in Italia, ma la minaccia di tagli ha portato il Governo a spingere per delle misure che riducano la dipendenza dell’Italia dal metano russo, soprattutto per prepararsi all’ipotesi che l’Europa debba adottare una linea più dura verso la Russia. L’ipotesi più accreditata, infatti, è l’embargo del metano russo.
Operazione termostato: i contrasti sulla decisione
Ovviamente, la guerra in Ucraina ha danneggiato gli equilibri economici europei e mondiali e il Governo sta cercando di correre ai ripari, prima che la situazione diventi ingestibile.
Il segretario generale di Assoclima e Assotermica, Federico Musazzi, ha detto:
“Sicuramente è stata adottata una misura condivisibile nel grande piano in atto per smarcarsi dal metano russo e, tutto sommato, non dovrebbero esserci ripercussioni rilevanti. La riduzione di un grado alla temperatura massima dei condizionatori, se associata a una buona deumidificazione degli ambienti interni, può far mantenere un livello di confort adeguato. Un’ulteriore revisione dei valori di riferimento comporterebbe più svantaggi che vantaggi. Bisogna considerare che una buona climatizzazione è fondamentale per la qualità della vita e che gli impianti di condizionamento, e più in generale quelli a pompa di calore, non sono il problema ma la soluzione perché consentono di centrare almeno tre obiettivi contemporaneamente: efficienza energetica, crescita delle rinnovabili e sviluppo di un settore produttivo nazionale di eccellenza. Dobbiamo pertanto agire con misure strutturali tese ad accelerare la riqualificazione dell’enorme parco impiantistico esistente, che è ancora molto ‘datato'”.
Oltre a questa operazione, occorrerà mettere in atto altre misure, come spingere sulle energie rinnovabili e accelerare il processo di decarbonizzazione.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
finché violeremo la Costituz. Con l’invio di armi ai belligeranti.boicottero’ le presenti direttive.,anche con class action.