Dai parcheggi al trasporto pubblico, fino all’escursionismo, i dati sono la benzina fondamentale per sviluppare servizi e fornire informazioni preziose. Un viaggio dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda per scoprire alcune delle imprese più interessanti a livello globale.
Casi interessanti di uso business degli Open Data si registrano nel settore dei trasporti, pubblici e privati, con esempi virtuosi provenienti da ogni parte del mondo, dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti, passando per il Regno Unito.
È di stanza a Birmingham Parkopedia, una piccola compagnia basata sull’Open Data, che utilizza dati in tempo reale forniti dalle autorità locali per aiutare i guidatori a trovare parcheggi gratuiti. L’idea è venuta nel 2007 a Eugene Tsyrklevich, oggi CEO di Parkopedia, dopo un’estenuante e infruttuosa ricerca di un parcheggio a San Francisco, dove si trovava per la Web 2.0 Conference. Prima del lancio ufficiale, avvenuto nel febbraio 2008, Tsyrklevich ha creato un “data team” incaricato di individuare tutti gli open data disponibili sui parcheggi in ogni parte del mondo. Dove non si trovavano dati aperti disponibili, il team ha cercato altrimenti le informazioni, anche recandosi fisicamente a mappare il territorio. Oggi Parkopedia è diventata la principale risorsa mondiale di informazioni sui parcheggi, fornendo informazioni su oltre 38 milioni di posti in più di 6 mila città di 52 paesi diversi.
“Usiamo principalmente dataset statici e dinamici relativi ai parcheggi, provenienti soprattutto dalle amministrazioni locali – spiega Christina Onesirosan Martinez, Marketing Director Parkopedia –. Per quanto riguarda il Regno Unito facciamo riferimento ai portali della Pubblica Amministrazione, come DataGov.uk oLondon Datastore, ma anche ai dataset di società private, senza dimenticare l’importanza rivestita dal crowdsourcing”. In tema di parcheggi infatti il paesaggio dei dati aperti nel Regno Unito è ancora frammentato, sarebbe importante che il sito governativo dedicato ai dati aperti pubblicasse un catalogo di tutti i dati raccolti in tempo reale dalle autorità locali, per integrare le informazioni statiche già disponibili. “Compito dei governi in tema di politiche open data è quello di promuovere uno standard industriale per gli open data – sottolinea ancora la Martinez –. È l’unico modo per far sì che un numero sempre maggiore di aziende possa usarli per il proprio business”.
Parkopedia ha dimostrato di saper utilizzare le informazioni disponibili e di sapersi trovare quelle che non erano “open”. L’app Parkopedia è nata nel 2010, in seguito alla partnership realizzata con la compagnia di assicurazioni britannica AA, oltre a quella gratuita è disponibile una versione Premium a 1,99 $. Gli sviluppi successivi di Parkopedia sono passati attraverso partnership strette con case automobilistiche, da Toyota ad Audi, da BMW a Jaguar, per far entrare Parkopedia a bordo dei veicoli, e con provider di navigatori satellitari, quali Garmin, per inserire le informazioni sui parcheggi tra quelle a disposizione degli automobilisti.
Quello dei parcheggi sembra essere un tema caldo nel campo dei trasporti. Nel 2010 è nata SpotHero, piattaforma che permette agli automobilisti di trovare le migliori tariffe nei garages e nei parcheggi, in 11 grandi città americane. Anche in questo caso, la spinta è arrivata dalla frustrazione e dai costi correlati alla ricerca di un parcheggio: Mark Lawrence e Jeremy Smith hanno dato vita a SpotHero per risolvere il problema dei parcheggi a Chicago. Attraverso l’app infatti è possibile risparmiare tempo e denaro: oltre a poter individuare il parcheggio in anticipo e pagarlo online, gli utenti SpotHero godono di condizione privilegiate, con risparmi fino al 50%, visto che la piattaforma ha accordi esclusivi con i proprietari di posti auto. Nella prima fase, Mark e Jeremy offrivano parcheggi legati alle abitazioni private, inclusi passi carrai, garage e persino cortili. Molto presto però SpotHero è stata notata da una grande azienda che gestiva garage in città, che ha deciso di fornire a SpotHero l’accesso all’inventario dei loro posti auto; questo ha permesso a Mark e Jeremy di aiutare gli automobilisti a trovare parcheggi su scala molto più ampia.
L’azienda fa riferimento ai dati aperti rilasciati da diverse Agenzie Federali, su tutte il Dipartimento dei Trasporti e il Dipartimento del Commercio, come risulta dal portaleOpenData500. “Gli Open Data aiutano l’azienda ad esempio ad individuare le sedi dei grandi eventi o le aree più frequentate delle città, dove le persone avranno maggiore necessità di trovare parcheggio”, spiega Beth Noveck, direttrice di The GovLab e fondatrice di OpenData500.
Sempre in tema di trasporto, pubblico in questo caso, anch’essa inserita nell’elenco di OpenData500, va menzionata Embark, che sviluppa applicazioni mobile per il trasporto di massa. L’app fornisce informazioni estremamente precise sull’orario di arrivo e partenza dei treni, usando dove possibile informazioni in real-time o dove non disponibili, cercando nelle liste degli orari. Embark raccoglie dati sul sistema dei trasporti tanto dai portali Federali, quanto da fonti locali e dai dataset rilasciati dalle diverse città americane coperte dal servizio. La disponibilità di numerose informazioni sul tema, rilasciate con una buona frequenza e con costanti aggiornamenti, permette agli utenti di Embark di pianificare i propri spostamenti, senza margine di errore sulle tempistiche.
Nel 2013 Apple ha acquisito Embark e nel recente sistema operativo iOS 9 ha integrato le informazioni sul trasporto pubblico nelle sue Mappe.
Infine un caso particolare ci porta dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda. Si tratta dell’applicazione per smartphone Pocket Ranger, che fornisce agli utenti tutte le informazioni di cui hanno bisogno per affrontare una delle escursioni più popolari del paese, il Tongariro Alpine Crossing: descrizione dei percorsi e dell’ambiente circostante, punti di interesse, storie, immagini, mappe, informazioni sulla sicurezza e servizi locali disponibili lungo il cammino.
Si tratta di un’app disponibile per iPhone e Android, nata dalla collaborazione tra il Department of Conservation (DOC) e Project Tongariro, una comunità con base a Turangi, registrata come ente di beneficenza. L’applicazione si basa principalmente sui dati aperti resi disponibili dal DOC, che a sua volta rimanda ad altri dataset aperti, come New Zealand Government data, LINZ data o la piattaforma di gestione dei dati geospaziali Koordinates. Questa piattaforma è particolarmente interessante per lo spirito con cui è stata creata: “Tutto quello che facciamo a Koordinates è progettato per migliorare e far prosperare l’economia, l’ambiente e la società. Siamo convinti che un accesso più facile ai dati migliori rappresenti un passo fondamentale per far sì che questo accada. Per perseguire il nostro scopo mettiamo in contatto le persone che gestiscono i dati geospaziali e correlati, con i professionisti che li usano per fare quel lavoro importante che plasma le nostre vite”. Al di là dell’enfasi con cui Koordinates si presenta, il suo è un ruolo chiave per sostenere una crescita dell’uso business degli Open Data: raccordare chi i dati li possiede e li gestisce con chi li può usare, cercando di garantire a questi ultimi degli standard minimi nei dati messi a disposizione.
L’impatto generato è ben esemplificato dal caso di Pocket Ranger: l’app – che può fare affidamento su dati aggiornati e ben strutturati – ha aumentato la sicurezza degli escursionisti. Attraverso un semplice QR reader permette di ottenere informazioni senza dover installare una segnaletica invasiva nel paesaggio, e si sono ridotti i costi per pubblicare informazioni sul Tongariro Alpine Crossing, poiché viaggiano tutte attraverso l’app. Pocket Ranger è distribuita gratuitamente, viene finanziata dalle imprese locali, che pagano per avere i propri servizi inclusi nell’app; inoltre Project Tongariro possiede la proprietà intellettuale per il modello dell’applicazione, che può essere acquistato ad una frazione del prezzo di sviluppo e applicato ad eventuali altri sentieri o parchi nazionali.
Insomma, grazie alla politica open data del Governo Neozelandese, avviata con lungimiranza già nel 2007, e alla disponibilità di dati strutturati e aggiornati, nella piccola città di Turangi si è creato un nuovo modello di business, che soddisfa tutti gli attori coinvolti sul territorio, innalzando al contempo il servizio turistico offerto agli escursionisti.