curriculum 4.0Se non sono collegate ai titoli di studio, le abilità individuali difficilmente possono essere riconosciute e spese. Anche questo rappresenta un ostacolo all’inserimento nel mercato del lavoro di oggi, ma esistono settori di nicchia o super innovativi che, da tempo, per ‘identificare’ le professioni hanno adottato tempi e ritmi ben più innovativi rispetto alla solita carta. In questo quadro è spuntato un ambizioso workshop internazionale che mira proprio a riconoscere in chiave ‘smart’ le competenze oltre i classici titoli di studio, contribuendo così anche alla nascita di nuovi profili professionali.

 

Il grimaldello è quello degli “Open badge”, uno strumento standard internazionale per il riconoscimento di competenze ed esperienze sostenuto in Italia dal Cineca, il consorzio interuniversitario del supercalcolo, con il suo progetto Bestr: in sostanza, il badge è un’immagine digitale arricchita di metadati, condivisibile nei social network, che con un formato open source descrive le competenze acquisite o gli obiettivi raggiunti dal “learner” di turno. Ebbene, il ‘curriculum 4.0’ sta incassando consensi nel mondo accademico.

 

La tappa numero zero è stata quella della “Bologna Open Recognition Declaration” (Bord), firmata nella stessa città lo scorso 28 ottobre nel corso di un summit internazionale mirato proprio a istituire una rete di riferimento, ribattezzata “Open Recognition Network”, composta da Università, scuole, associazioni, formatori e aziende. Di questo passo, è stata l’Università Bicocca il primo Ateneo italiano ad aver sottoscritto la Bord attivando con successo i progetti “Bbetween” e “iBicocca”, ovvero declinazioni originali e innovative delle iniziative care alla ‘carta’ di Bologna per valorizzare le competenze trasversali degli studenti.

 

In questo senso, dalla Bicocca dicono di voler assumere “un ruolo ancora più propositivo su questo tema”, ma soprattutto “collaborare alla definizione e realizzazione delle tecnologie necessarie e in particolare degli Open Badge” stessi. Commenta e spiega Paolo Cherubini, prorettore alla Didattica dell’Università Bicocca: “Il riconoscimento certificato delle competenze attraverso lo strumento degli Open Badge è una necessità non più rinviabile per favorire l’inserimento lavorativo, la mobilità e l’integrazione dei giovani in Europa e non solo. La dichiarazione di Bologna, che per primi in Italia abbiamo sottoscritto e di cui siamo convinti sostenitori, è un progetto ambizioso- insiste Cherubini- che caratterizzerà significativamente il futuro della formazione. Gli Open Badge permettono, infatti, di consolidare il percorso di valorizzazione dei curricula e di certificare le soft skill accelerando in tal modo la diffusione dell’innovazione in ogni settore sociale e produttivo”.

 

La dichiarazione Bord, ca va sans dire, è stata inoltre sottoscritta dal Cineca, che tra l’altro opera da tempo e con successo sulle frontiere tecnologiche, in primis per favorire l’innovazione dei processi didattici. Evidenzia il presidente del Cineca Emilio Ferrari: “Per realizzare un sistema che sia aperto ma anche degno di fiducia, è indispensabile un’architettura tecnologica aperta e ben disegnata”. Il Cineca, insomma, aderisce alla Bord nel suo ruolo di partner tecnologico del sistema universitario italiano: “Siamo al servizio delle Università che vorranno mettersi in gioco, per predisporre un’architettura che dia sostanza ai ruoli che gli atenei sceglieranno di ricoprire”.