Nuovo Codice della Strada, nuove regole anche sul fronte degli apparecchi di controllo della velocità, autovelox e tutor stradali: qualsiasi telecamera può diventare un potenziale strumento di monitoraggio.
Già a maggio di quest’anno, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del 28 maggio 2024, alcune novità importanti avevano riguardato regole proprio l’installazione e la gestione degli autovelox.
L’intento, dichiarato, è stato quello di garantire una maggiore sicurezza sulle strade ma anche ad impedire che gli apparecchi di controllo elettronico della velocità vengano utilizzati dai Comuni solo per recuperare fondi per le proprie attività. Proprio con questa finalità, al di fuori del percorso di autostrade e strade extraurbane principali è il Prefetto il solo a poter decidere dove collocare gli autovelox che non prevedano la contestazione immediata della multa. Anche il Prefetto non sarà autonomo in questa decisione ma potrà autorizzarne l’utilizzo solo nelle aree ad alto tasso di incidenti, in tratti di strada nei quali è palese e documentata l’impossibilità o la difficoltà di contestazione immediata basata sulle condizioni strutturali della strada.
Codice della Strad: ogni telecamera è un potenziale autovelox
‘Sorprese’ per gli automobilisti arrivano anche dal nuovo Codice della Strada, come dicevamo, che per la prima volta introduce la facoltà di avvalersi anche delle telecamere di sorveglianza per il rilevamento delle infrazioni da eccesso di velocità. Seri gli interrogativi in merito alla tutela della privacy dei cittadini e sulla deviazione dalla finalità originaria della installazione poiché è chiaro che le telecamere di sorveglianza siano installate per ragioni di sicurezza pubblica e non per il controllo del traffico.
Ancora si eccede sulla mancanza di avviso rispetto alla rilevazione che non si comprende bene se possa avvenire solo in presenza, ad esempio, di gravissimi incidenti piuttosto che come prassi, seppure difficilmente si potrà contestare la finalità di andare ad incrementare i controlli su strada. In aggiunta, si nota anche come le telecamere di sorveglianza non necessitino di approvazione Ministeriale come accade invece agli autovelox, il che aumenta il rischio che si possano perpetrare abusi, derivanti da un uso indiscriminato e non regolamentato.
Molto simile è la questione che si pone con la vicenda che potremmo definire dei ‘Tutor invisibili’. L’ordinanza della Cassazione n. 19377/2024 ha di fatto autorizzato l’impiego dei “tutor invisibili” o meglio dei tutor non individuabili correttamente dalla segnaletica per gli automobilisti. Prima del tutor non è necessario che sia presente la segnaletica “controllo elettronico della velocità media“, ma è sufficiente quella del “controllo elettronico della velocità”.
Questa interpretazione posta in essere dalla suprema Corte, pur offrendo una maggiore flessibilità nell’impiego dei tutor, di certo genera confusione tra gli automobilisti, i quali non hanno più gli strumenti per distinguere tra un semplice controllo di velocità istantanea, nella posizione dove viene individuato il rilevatore, diverso da quello effettuato con autovelox e da un controllo della velocità media che avviene lungo tutta la percorrenza del veicolo osservato. Ciò causa l’applicazione di sanzioni in situazioni in cui il conducente non era consapevole di essere sottoposto a un controllo della velocità su un tratto di strada lungo piuttosto che in un punto preciso.
Addio al ricorso per omessa taratura degli autovelox
Altra novità causerà il sostanziale addio alla possibilità di fare ricorso per omessa taratura, uno degli appigli più utilizzati dai multati. Il nuovo Codice della Strada, infatti, nello specifico all’art. 201, equipara l’approvazione Ministeriale all’omologazione ritenendo che valgano entrambe le azioni ai fini della regolarità della multa. Questa modifica probabilmente posta in essere proprio vs la pericolosa falla apertasi con la sentenza della Cassazione che, la scorsa estate, aveva disposto il sequestro di numerosi autovelox proprio perché “approvati” e non “omologati”.
Secondo la Corte l’approvazione e l’omologazione sono entrambi procedimenti necessari a regolarizzare l’intera procedura. A seguito degli aggiornamenti presentati , in quanto attività di natura diversa, la validità delle contestazioni è sufficiente una sola delle due e non serve l’altra.
“Doppia multa”
Infine, molto si è detto e si è sentito dire rispetto al principio del blocco dell’emissione della “Doppia multa” sullo stesso tratto di strada. Il nuovo Codice della Strada prevede che, in caso di due multe per eccesso di velocità rilevate sullo stesso tratto di strada del medesimo Comune ottenute nell’arco di un’ora, si debba pagare una sola di esse, che in quel caso potrà essere aumentata fino al triplo della multa originaria.
Questa disposizione, ad una prima lettura apparentemente volta a mitigare le sanzioni, rischia di produrre effetti del tutto opposti. Infatti, il conducente che commette due infrazioni in rapida successione, e se ne renda conto, potrebbe essere indotto a pensare che, una volta superato il limite, non abbia più nulla da perdere, cosa questa che toglierebbe ogni freno al mancato rispetto dei limiti di velocità. Inoltre dovrà regolarizzare una multa notevolmente più elevata rispetto a chi ne avrà commessa una sola.
Sempre a Maggio di quest’anno, erano state già modificate e definite le regole circa il numero massimo di multe che si possono ricevere durante una tratta, oltre alla distanza minima tra cartello e autovelox, i luoghi ove gli apparecchi potranno essere installati. Il decreto aveva già stabilito qual è la distanza minima tra due diversi autovelox, che deve essere di almeno 500 metri nelle strade urbane e nelle zone di confine con l’ambito extraurbano.
Non ho parole
Io ce l’avrei ma è meglio stare zitti e subire come sempre