Il 77 % dei consumatori dell’Unione europea preferirebbe cercare di riparare i beni guasti prima di comprarne di nuovi (cfr. EUROBAROMETRO – sistema di sondaggi nei Paesi Ue).
Che cosa è l’obsolescenza programmata?
Si tratta di una complessa pratica commerciale con significativi risvolti di marketing e di strategia d’impresa. Il prodotto è costruito in modo tale da funzionare per un periodo prestabilito che coincide, di solito, con un lasso di tempo tale che va poco oltre il termine ultimo per esercitare il diritto di garanzia. L’“obsolescenza pianificata” riguarda, praticamente, tutta la merce disponibile sul mercato: dai telefonini agli elettrodomestici, dall’abbigliamento alle automobili, dalle pile alle lampadine.
Le ricadute sui consumatori
Un apparecchio che dura meno delle aspettative o che accusa una limitazione della sua funzionalità significa spese di riparazione o, addirittura, l’acquisto di un nuovo apparecchio che, intanto, potrebbe anche essere aumentato di prezzo. L’indisponibilità di pezzi di ricambio o le costosissime riparazioni (quando è possibile) si traducono in costi ulteriori e non previsti per usufruire di un prodotto che avrebbe dovuto garantire una resa per un tempo maggiore e a zero costi aggiuntivi. L’accelerato logorio di parti estetiche (si pensi agli interni di un’automobile come il cruscotto o la tappezzeria) “disaffeziona” il consumatore dal suo oggetto e lo induce, subdolamente, ad acquistane uno nuovo. L’Unione europea si è più volte espressa sulla necessità di adeguate politiche che affermino e garantiscano il “diritto alla riparabilità dei prodotti”
Più prodotti più costi; più prodotti più rifiuti
Un incremento della produzione di merce destinata ad una “vita breve” significa anche maggiori prodotti di scarto destinati alle discariche con aumento dei costi di raccolta, di smaltimento e di trattamento e a pagare, ancora una volta sono i cittadini! Si consideri, inoltre, il pericolo dell’abbandono o della dispersione nell’ambiente di merce contenente sostanze altamente tossiche (come, ad esempio, le batterie o i componenti elettronici) con potenziali (e, spesso concreti) pericoli per l’intero ecosistema e per la vivibilità dei centri abitati.
ADUSBEF ha presentato un esposto – denuncia diversi uffici della Procura della Repubblica, ai Ministeri competenti (Sviluppo economico) e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato perché l’obsolescenza programmata rappresenta una pratica commerciale scorretta, inganna il consumatore, ne tradisce la fiducia nel mercato e viola il suo diritto ad un’adeguata informazione sui prodotti che acquista; tale pratica si pone in evidente contrasto con tutte le prescrizioni delle varie direttive europee e le raccomandazioni dei principali Organi istituzionali dell’Unione europea che insistono per un radicale contrasto alla pratica dell’obsolescenza programmata.
Questioni come la durabilità dei prodotti, l’estensione della garanzia commerciale, la disponibilità dei pezzi di ricambio, la facilità di effettuare riparazioni e l’intercambiabilità dei componenti devono rientrare nell’offerta commerciale del produttore, in modo da rispondere alle esigenze, alle aspettative e alle preferenze dei consumatori, oltre a rappresentare un fattore importante per la concorrenza sul libero mercato. Relazione del Parlamento UE “su una vita utile più lunga per i prodotti: vantaggi per consumatori e imprese”, 9 giugno 2017
Se ritieni di essere stato leso nei tuoi diritti di consumatore dall’acquisto di un prodotto che ha disatteso le ragionevoli aspettative di durata, che presenta costi di riparazione esorbitanti anche a causa dell’impossibilità di reperire (per un tempo ragionevole) i pezzi di ricambio CONTATTACI inviando una mail ad adusbef.utenti@gmail.com con oggetto ‘OBSOLESCENZA PROGRAMMATA’ (referente campagna Avv. Salvatore RUBERTI) per TUTELARE I TUOI DIRITTI!