obsolescenza-programmata-italia-cIl Parlamento europeo chiede garanzie sulla durata dei prodotti. Fissare dei criteri di durata minima, informare meglio i consumatori e incoraggiarli alla riparazione.


I deputati del Parlamento europeo chiedono che i prodotti sul mercato siano più resistenti, anche grazie a degli standard prefissati in collaborazione con le organizzazioni europee di normalizzazione Uno smartphone dura fra uno e due anni. Secondo una relazione del Servizio di ricerca del Parlamento europeo anche i piccoli elettrodomestici, i giocattoli e i vestiti hanno vita altrettanto breve e i computer portatili, le biciclette e gli indumenti sportivi non vanno molto meglio e solitamente vengono sostituiti dopo tre o quattro anni. L’europarlamento è pronto a votare la relazione sulla durata dei prodotti, “Sortir de la société du déchet permanent tout en créant de nombreux emplois en Europe” che chiede misure concrete per affrontare questo spreco di denaro, energia e risorse. Un sondaggio Eurobarometro rivela che il 77% dei consumatori preferirebbe poter riparare un oggetto rotto, invece di doverlo sostituire.

 

L’iniziativa del Parlamento si inserisce nel modello di economia circolare ecologica che punta a ridurre la quantità di rifiuti attraverso il riutilizzo, il riciclo e la riparazione dei prodotti.

 

In una nota il Parlamento europeo spiega che la relazione, presentata da Pascal Duran del gruppo Verde/Alleanza libera europea, «incoraggia la costruzione modulare delle merci in modo da poterne facilitare le modifiche e gli aggiornamenti. La progettazione dei prodotti a base di materiali e tecniche facilmente sostituibili, come l’utilizzo delle viti anziché la fusione delle parti, renderebbe più semplice la riparazione».

 

Inoltre, l’europarlamento vuole affrontare un aspetto ancora più insidioso: “l’obsolescenza programmata”, «cioè la costruzione ad hoc dei difetti in un dispositivo in modo che questo si rompa entro un certo periodo di tempo» e gli eurodeputati sottolineano che «L’utilizzo di tale sistema può essere difficile da dimostrare. Per questo è stato chiesto alla Commissione europea di istituire un sistema indipendente per monitorare eventuali illeciti».

 

Secondo Eurobarometro, «Più del 90% degli europei crede che i prodotti debbano essere chiaramente contrassegnati per indicare la loro longevità». I deputati europei sono d’accordo e chiedono l’introduzione di un sistema di etichettatura che soddisfi tale richiesta.

 

Secondo Durand, «Se un consumatore vede un prodotto che costa il 30 o 40% in meno e sembra funzionare ugualmente bene, e se non sa nulla del ciclo di vita del prodotto, come il fatto che l’apparecchio è destinato a rompersi dopo due anni, invece di dieci, è ovvio che sceglierà quello più economico».

 

I deputati europei sono convinti che «L’estensione della durata dei prodotti, pur rappresentando una sfida per i produttori, può avvantaggiare le piccole e medie imprese e le aziende che, non potendo competere sul prezzo, possono farlo sulla qualità».