A breve nascerà la banca dati nazionale per le strutture destinate agli affitti brevi, per questo sarà d’obbligo adottare il codice unico.
Gli affitti brevi hanno rivoluzionato il settore immobiliare, ma la loro comparsa (e tendenza) hanno mostrato la presenza di diverse lacune legislative.
Ricordiamo che per “affitto breve” s’intende un contratto di locazione di un immobile, ad uso abitativo, di durata non superiore ai 30 giorni, stipulato da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa.
Uno dei prossimi step è l’adozione del Codice identificativo nazionale (o Codice unico).
Obbligo Codice unico: la novità per gli affitti brevi
Alla fine di aprile, la commissione Politiche del turismo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha dato il via libera al decreto del Ministero del Turismo, che prevede la creazione di una banca dati delle strutture ricettive.
Grazie al nuovo database, sia l’Agenzia delle Entrate che la Guardia di Finanza potranno effettuare incroci e individuare possibili situazioni a rischio, sulle quali sottoporre controlli.
Nel decreto Anticipi si stabilisce che sarà data priorità nei controlli a chi propone affitti brevi in abitazioni sprovviste del codice identificativo nazionale.
La nuova piattaforma sarà un’evoluzione dei codici regionali (già esistenti in alcuni casi). Le Regioni dovranno trasmettere i dati dei loro archivi, in modo da inserirli in una banca dati unica.
L’obiettivo è quello di associare alle unità immobiliari delle locazioni brevi e turistiche un codice, mediante una procedura automatizzata.
Il Codice andrà poi esposto all’esterno dello stabile nel quale c’è l’appartamento in affitto e andrà indicato all’interno di ogni annuncio.
L’idea del Governo è quella di partire a settembre con la sperimentazione della banca dati dei codici identificativi.
Oltre alla banca dati, saranno introdotte anche delle possibili sanzioni, per chi non utilizzerà il Codice unico (che partiranno, con molta probabilità, dal mese di novembre).
Chi metterà in affitto una struttura, senza il Codice, rischierà una multa tra gli 800 e gli 8mila euro. Mentre, chi non utilizzerà il Codice negli annunci rischierà una sanzione tra 500 e 5mila euro.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it