digitale terrestre tv decoderNella legge di bilancio  è contenuta una norma che potrebbe costringere migliaia di persone a cambiare tv, o a comprare un nuovo decoder.


 

Un fondo di 100 milioni di euro in quattro anni, tra il 2019 e il 2022, è stato previsto per l’adeguamento degli apparecchi televisivi alle nuove codifiche di frequenze del digitale terrestre. Il Governo prevede 100 milioni di incentivi che potrebbero coprire in tutto o in parte l’acquisto di decoder (dal costo minimo di 25 euro).
Le nuove sigle, DBV-T2 ed Hevac, al profano non dicono nulla, ma si tratta di un aggiornamento del digitale terrestre. Stavolta non porterà nuove e mirabolanti funzioni né un vertiginoso aumento dei canali. Ma gli spettatori si accorgeranno eccome del passaggio imposto dalla manovra perché, per poter guardare i programmi delle tv pubbliche e private in chiaro a cui siamo abituati, sarà necessario cambiare il 90 per cento degli apparecchi (40 milioni di tv). Solo quelli venduti di recente, non più di due anni fa, potrebbero avere già incorporato la tecnologia necessaria a ricevere il nuovo segnale.

 

Per chi, invece, deve o vuole comprare un tv, magari per Natale, i problemi non dovrebbero sussistere, visto che il 1° gennaio 2017 è scattato l’obbligo, per i negozianti, di vendere ai consumatori televisori già DVB-T2 o quantomeno abbinati a un decoder compatibile. È comunque bene stare attenti e non lasciarsi trasportare da offerte e prezzi vantaggiosi, in particolare online, perché esiste il rischio che vengano proposti tv con standard DVB-T.

 

Anche se gli incentivi dovessero coprire l’acquisto di tutti i decoder, ci sarà comunque la scomodità di doversi procurare un decoder e di installarlo (cosa difficile soprattutto per molti anziani). Si sarà costretti a risintonizzare i canali e, in certi casi, far venire un tecnico per mettere mano all’antenna condominiale. In ogni caso, si subirà il disagio di un nuovo scatolotto che occupa spazio, ingombra con i cavi, e costringe all’uso di un doppio telecomando.