Solo pochi giorni ma molte polemiche e critiche sono piovute sul testo del nuovo Codice della strada, appena entrato in vigore: sul bando degli imputati anche i farmaci “proibiti”.
Soprattutto i social sono stati il termometro di una ‘ribellione’ di massa contro le restrizioni e soprattutto le pene e sanzioni esemplari previste per chi si mette alla guida sotto l’effetto di alcol e droghe. Nello specifico, molti gestori di locali, molti influencer, ma anche comici e opinionisti hanno focalizzato la propria attenzione, non tanto nel riconoscere l’eccesso di alcol come un pericolo serio per la circolazione, cosa impossibile da negare, quanto sui pericoli di falsi positivi rispetto all’uso di farmaci, anche comuni, come antistaminici, antidolorifici e antinfluenzali, che potrebbero causare positività ai test.
Non serve essere in “stato di alterazione”
La non necessità di presentare uno ‘stato di alterazione’ solleva poi molti dubbi rispetto alla motivazione della norma, che non sarebbe tanto e solamente legata alla pericolosità della guida in stato alterato, quanto ad una personale crociata del ministro contro chiunque consumi anche piccole quantità di droghe ‘leggere’ a scopo ricreativo, vista la possibilità offerta da molti test di rintracciare anche piccolissime quantità di stupefacente, consumate nelle 48/72 ore precedenti.
Proprio per questo movimento importante di opinione, da molta stampa è arrivata la notizia di una imminente Circolare del ministero dei Trasporti che dovrebbe andare a chiarire la questione relativa ai farmaci che si possono assumere, oppure siano vietati, quando ci si mette alla guida.
Nuovo Codice della strada, attenti ai farmaci proibiti
Ma quali sono i farmaci a rischio?
Innanzitutto, secondo diversi pareri espressi in questi giorni in programmi di informazione e articoli di stampa, la validità del test, così come la sua accuratezza, dipenderà molto dal tipo di test effettuato e banalmente dalla sua precisione, e quindi anche dal suo costo. Rischiosi i test più semplici e più economici. Inoltre, molto del risultato del test sarà determinato anche dalla morfologia, da differenze come il metabolismo ed il peso corporeo dei singoli individui.
Per tutelarci, in attesa della circolare, può essere utile prendere a riferimento un’autorevole fonte di informazione medica, il Manuale Msd. Pubblicato per la prima volta nel 1899 come libro di riferimento per medici e farmacisti, il Manuale, continuamente aggiornato e tradotto dall’inglese, è oggi divenuto una delle risorse mediche complete più largamente utilizzate da professionisti e consumatori, rendendo accessibili le migliori informazioni sanitarie disponibili a 3 miliardi di professionisti sanitari e pazienti in tutto il mondo.
Nella scheda del Manuale relativa ai test tossicologici utilizzati in attività di screening per accertare il consumo di sostanze stupefacenti, si specifica come diversi farmaci possano dare luogo a falsi positivi. https://www.msdmanuals.com/it/professionale/argomenti-speciali/droghe-illecite-e-tossici/test-tossicologici.
Anche farmaci da banco sono inclusi nel computo
Tra gli ‘imputati’ alcuni farmaci, anche da banco, come i farmaci con principio base pseudoefedrina, ovvero il principio attivo utilizzato nei farmaci per le riniti allergiche o il raffreddore, di certo gli antidepressivi triciclici, e la quetiapina, una dibenzotiazepina, possono produrre risultati falsi positivi per le anfetamine. A rischio anche sostanze molto comuni e diffuse nel consumo come l’ibuprofene, uno degli antidolorifici più spesso usati, che rischia di dare un falso positivo per la marijuana. A rischio anche alcuni alimenti come i semi di papavero e tutti gli oppiacei, sempre legati all’uso di antidolorifici e calmanti.
Il ministero dei Trasporti ha già fatto sapere che ogni caso sarà valutato indipendentemente con attente valutazioni mediche, in una nota ufficiale diffusa: “Grazie alla sollecitazione di Matteo Salvini è al vaglio una circolare che chiarisce la questione relativa ai pazienti che assumono farmaci, anche con derivati dei cannabinoidi”.
Gli effetti sulla guida
Tra le molte opinioni raccolte in questi primi 5 giorni dall’entrata in vigore, c’è quella autorevole del prof. Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, il quale sottolinea che ha inviato a prestare la massima attenzione nella sperimentazione di tutti i medicinali e gli effetti che possono avere sulla guida, sottolineando come, oltre alle droghe note e alla cannabis “anche le benzodiazepine sono un elemento da evitare e possono dare effetti sulla guida anche se utilizzate il giorno precedente. Ma poi ci sono, probabilmente, tanti altri farmaci di cui non conosciamo bene gli effetti su chi sta al volante. Si stanno facendo degli studi sul rapporto fra l’assunzione di un farmaco e la capacità di guida ma il lavoro da fare è tanto. Questo codice potrebbe essere uno stimolo per studiare in dettaglio i farmaci che si prendono in relazione alla guida. Credo che sarebbe utile testare di routine tutti i medicinali, sempre, su questo fronte”.
Verificare se i farmaci hanno effetti
Il consiglio, in questi giorni di inasprimento anche dei controlli, è di verificare ogni farmaco, se è previsto di mettersi alla guida, su molti astucci è riportato il simbolo di divieto con il riferimento, già presente ‘attenzione può avere effetti sulla capacità di guidare veicoli’.
La Food and Drug Administration (Fda) americana, consiglia già da diversi anni a tutti i cittadini di chiedere consiglio al proprio medico o al farmacista prima di mettersi al volante, specificando come alcuni farmaci, possano interferire con la capacità di guidare un veicolo portando a conseguenze anche gravi, causando sonnolenza, visione offuscata, nausea, incapacità di mettere a fuoco, vertigini e addirittura svenimenti, rendendo ovviamente fortemente sconsigliato mettersi alla guida, con effetti collaterali che durano anche fino al giorno successivo.
Sempre secondo l’elenco stilato dall’Ente di regolamentazione USA, i farmaci che potrebbero influire sulla guida sono: antidolorifici oppioidi, benzodiazepine, antiepilettici, farmaci per la tosse contenenti il principio attivo ‘codeina’, antistaminici, alcuni medicinali che trattano o controllano i sintomi della diarrea, ovviamente sonniferi.