nuovo-codice-appalti-quante-stazioni-appaltanti-qualificateA fornire i numeri della situazione attuale è l’Anac, Autorità Nazionale Anticorruzione: ecco quante sono le stazioni appaltanti qualificate secondo le regole previste dal nuovo Codice Appalti.


Si ricorda infatti che la qualificazione delle stazioni appaltanti è diventata obbligatoria dallo scorso 1° luglio 2023, in base al nuovo Codice degli Appalti, per l’acquisizione di lavori sopra 500.000 euro e di beni e servizi sopra 140.000 euro.  Si prevede on il blocco del rilascio del CIG (codice identificativo gara) per le stazioni appaltanti non qualificate.

Lo scopo è quello di ottimizzare la gestione degli acquisti pubblici attraverso un incremento della qualità, efficienza e professionalizzazione delle stazioni appaltanti.

Il possesso dei requisiti stabiliti da ANAC, che permette di accedere ai 3 livelli di qualificazione, crea infatti una correlazione diretta tra il possesso di capacità di progettazione, di affidamento, di monitoraggio dell’esecuzione e controllo dell’intera procedura, e il potere d’acquisto.

Ma scopriamo adesso a che punto siamo e in quanti si sono adeguati alle nuove regole.

Nuovo Codice Appalti, quante stazioni appaltanti sono già qualificate?

Sta via via consolidandosi il sistema della qualificazione delle stazioni appaltanti, stabilita dal nuovo Codice degli appalti come requisito obbligatorio per bandire le gare di lavori sopra i 500mila euro e quelle di servizi sopra i 140mila.

Infatti, secondo gli ultimi dati forniti dall’Anac, sono 3.138 le stazioni appaltanti qualificate nei primi tre mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti e oltre mille i Comuni che hanno ottenuto il via libera (1019).

A fine settembre, nello specifico, erano 2.613 le stazioni appaltanti qualificate da Anac, cui vanno aggiunti altri 526 soggetti qualificati con riserva, grazie all’abilitazione di diritto concessa a unioni di comuni, province, città metropolitane, comuni capoluogo di provincia e regioni fino al 30 giugno 2023. In tutto 3.138 enti qualificati.

Direi che siamo marciando nella direzione giusta”, ha commentato il Presidente di Anac Giuseppe Busìa. “Il grosso delle stazioni che hanno richiesto la qualificazione, l’hanno raggiunta. I numeri possono sembrare non altissimi poiché molte stazioni appaltanti non hanno avuto l’esigenza di richiederla subito. Ci sono elementi che giustificano una graduazione di questa richiesta della qualificazione. Innanzitutto, l’esclusione del Pnrr e la soglia dei 500.000 euro sopra la quale è necessario qualificarsi”.

Ciò che è importante è che rimanga il processo in atto, e che via via tutte le stazioni appaltanti o si qualificano, o trovano una stazione appaltante vicina o una centrale di committenza su cui appoggiarsi per fare le gare”, aggiunge il Presidente Busìa. “Nel complesso il mio giudizio è positivo. Il processo sta andando avanti. Il numero crescerà ancora. Ci stiamo avvicinando ad un numero ragionevole e realistico. Molte stazioni appaltanti capiranno la ragionevolezza di appoggiarsi a chi è più forte e qualificato per fare acquisti. Quella che stiamo portando avanti è una rivoluzione culturale che renderà l’Italia più moderna, di livello europeo, efficiente e in grado di fare in fretta e bene le gare e gli appalti”.

Cosa accade ai soggetti non qualificati?

In estema sintesi:

  • FINO AL 31 DICEMBRE 2024

Le S.A. non qualificate possono eseguire i contratti se:

  • sono iscritte all’AUSA
  • hanno a disposizione una figura tecnica che possa svolgere le funzioni di RUP
  • DAL 1° GENNAIO 2025

Da questa data verranno richiesti requisiti specifici alle S.A. non qualificate per eseguire i contratti.

Maggiori informazioni sono disponibili in questo approfondimento.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it