nuovo-codice-appalti-corte-dei-contiLa relazione presentata dalla Corte dei Conti analizza lo schema di decreto che dovrebbe portare al nuovo Codice degli Appalti: ecco qual è stato il parere dei giudici contabili.


A parere della Corte si tratta di un passaggio fondamentale per il nostro paese: l’intervento sul mercato dei contratti pubblici  costituisce infatti una delle riforme cosiddette abilitanti, cioè una misura volta a garantire l’attuazione del PNRR e a migliorare la competitività del Paese.

Scopriamo nello specifico comunque come si sono espressi i giudici sul nuovo testo.

Nuovo Codice Appalti: ecco il parere della Corte dei Conti

In primo luogo la Corte sostiene che l’attuale Codice degli Appalti in vigore (d.Lgs. n. 50/2016) è stato oggetto di ripetute modifiche, motivo per cui non solo oggi risponde ad un’impostazione a volte molto distante da quella originaria ma, soprattutto, costituisce una fonte di difficile interpretazione ed attuazione, finendo così con l’essere un fattore di rallentamento – anziché di snellimento – dell’azione pubblica nel settore dei contratti pubblici.

Ma qual è invece il giudizio sul progetto di legge che porterà alla Riforma del Codice?

Secondo i giudici contabili il nuovo schema di decreto legislativo compie alcuni significativi passi per il riordino e la semplificazione della complessa legislazione in materia di contratti pubblici.

I dieci principi generali della prima parte del Codice, ad esempio, dovrebbero aiutare l’interprete a comprendere le norme codicistiche e snellire e semplificare di conseguenza le procedure.

In modo particolare ad avere un carattere particolarmente “abilitante” è però la Parte II del Libro I del Codice è dedicata alla digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti pubblici. Si tratta infatti di una parte del più ampio obiettivo PNRR della transizione digitale, di rilevante importanza per il rilancio del Paese.

Il PNRR, infatti, delinea l’obiettivo di realizzare un Sistema Nazionale di e-procurement, entro il 31 dicembre 2023, chr deve concorrere a realizzare “la digitalizzazione completa delle procedure di acquisto fino all’esecuzione del contratto (smart procurement)“.

Tuttavia emergono anche alcuni aspetti problematici, come ad esempio l‘elevato numero di stazioni appaltanti, la limitata capacità tecnica di molte di esse e la presenza di operatori economici poco rispettosi dell’etica professionale.

Infine la Corte dei Conti sottolinea che è molto positivo il superamento delle attuali e variegati fonti normative con l’introduzione degli allegati, che potrebbe decisamente riordinare in modo più completo ed esaustivo la “giungla” della regolamentazione attuale.

Il testo completo della relazione

Potete consultare qui di seguito il testo completo della relazione.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it