Ultimi giorni dell’anno per scambiarci doni ‘in contanti’ senza troppa attenzione, ma dall’inizio del nuovo anno molte cose cambieranno e dovremmo fare più attenzione ai limiti, scattano controlli e sanzioni.


Uno degli aspetti più importanti delle nuove normative che entreranno in vigore nel 2025 è, infatti, costituito dall’intensificarsi dei controlli fiscali sulle transazioni in contanti. Grazie al cambiamento della normativa e all’entrata in vigore del Regolamento UE 1624/2024, adottato dall’Unione Europea nel luglio scorso, le autorità competenti avranno maggiore potere di verifica e saranno introdotte misure per monitorare le transazioni di importi rilevanti.

A livello nazionale saranno implementati sistemi di controllo che permetteranno un sempre maggiore ‘incrocio dati’ tra banche, intermediari finanziari e autorità fiscali, proprio al fine di meglio individuare anomalie o irregolarità.

Scambi di denaro e pagamenti in contante

Concretamente la possibilità di effettuare scambi di denaro e pagamenti in contante nel nostro Paese resterà uguale a quello odierno, fissato a 5.000 euro anche per tutto il 2025 anche se il regolamento Europeo permette, diversamente, un tetto massimo di 10.000 euro per i pagamenti in contante, doppio cioè di quello Italiano. La norma Ue prevede, difatti, come accade spesso nell’ordinamento comunitario, una certa libertà di manovra agli Stati Membri, purché applicata in modalità restrittiva, come nel caso dell’Italia, che ha deciso di mantenere la soglia di 5.000 euro per rafforzare il contrasto ai flussi illeciti di denaro.

Tutte le transazioni che di importo superiore dovranno essere effettuate con strumenti di pagamento tracciabili, come bonifici bancari, carte di credito o assegni, sia che si tratti di transazioni tra privati che per quelle tra aziende o professionisti. Poche le possibilità di deroga alla normativa, che saranno possibili. Allo stato attuale le eccezioni prevedono una deroga per la cessione di beni o la prestazione di servizi, entro il limite di 15.000 euro da parte di operatori del settore del commercio al minuto e agenzie di viaggio e turismo.  Altra deroga possibile riguarda a persone fisiche che non abbiano la cittadinanza italiana né quella di uno dei paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (Liechtenstein, Islanda, e Norvegia) e risiedano al di fuori del territorio dello Stato.

Non si tratta però di automatismi poiché chi ‘vende’ Il bene di valore superiore ai 5.000€ oppure il prestatore del servizio prima di effettuare l’operazione ha l’obbligo di presentare, all’Agenzia delle Entrate, una comunicazione preventiva di adesione alla deroga  ai sensi dell’art. 3, comma 2, D.L. n. 16/2012), secondo le modalità e i termini stabiliti con il provvedimento 23 marzo 2012, con l’indicazione del conto che intende utilizzare per effettuare i versamenti del denaro contante ricevuto in pagamento. A seguito deve provvedere ad inviare il modello all’Agenzia delle Entrate esclusivamente in via telematica.

Nuove normative per rafforzare il contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro

Proprio in base alle scelte effettuate dal nostro Paese, l’Italia adotterà nuove normative per l’utilizzo del contante per rafforzare il contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro. Le novità comprendono anche limiti più stringenti sulla tracciabilità di quelle spese, in ottica anti-elusione, che vogliamo dedurre dalle tasse una vera e propria piccola riforma delle detrazioni IRPEF collegate al reddito e alla composizione familiare. Se per le persone fisiche è già previsto l’obbligo di pagare con strumenti tracciabili (carte, bonifico e altri mezzi elettronici) le spese da scaricare nella denuncia dei redditi, a partire dal 2025 questa modalità si estenderà anche ad imprese e Partite IVA che dovranno tracciare ogni spesa che vorranno dedurre, come spese di rappresentanza, taxi, ecc.  Si parla anche di collegare i POS con il registratore di cassa, di modo che ogni singola transazione finisca ‘automaticamente’ nell’introito imponibile, tracciata dall’Agenzia delle Entrate.

Molti Enti di Servizio, inoltre, si stanno adeguando alla generale spinta verso percorsi tracciabili dei flussi di denaro, molte Camere di Commercio, ad esempio, proprio a partire dal 1 gennaio 2025 non accetteranno più cash per il pagamento dei servizi camerali a sportello e tutte le attività dovranno transitare attraverso il sistema PagoPA, con i pagamenti eseguiti a mezzo POS con Carte di credito o di debito o prepagate.

Sarà possibile contattare l’ufficio di proprio interesse per ricevere l’Avviso di Pagamento PagoPA, che consente all’utente di effettuare il pagamento presso banche, poste, ricevitorie, tabaccai aderenti alla piattaforma PagoPA. Ogni pagamento dovrà avvenire prima del rilascio del documento richiesto.

Controlli a tappeto sul limite ai contanti e sanzioni più gravi

Una novità riguarda il trattamento delle somme non dichiarate. In base alle nuove regole, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e per la Guardia di finanza avranno la facoltà trattenere il denaro nel caso in cui gli obblighi di dichiarazione non siano stati assolti anche in solo parzialmente o se si riscontrano ‘indizi’ tali da desumere che il denaro contante provenga da attività criminose. Uno strumento in più nelle mani delle forze dell’ordine per svolgere le necessarie indagini prima di restituire o confiscare le somme.

Il fermo può scattare anche per meno di 10mila e può durare massimo fino a 30 giorni. In caso di trasferimenti superiori a 10.000 euro non dichiarati, potrà essere disposto il sequestro temporaneo del denaro per un periodo massimo di 30 giorni, prorogabile fino a 90 giorni in caso di sospette attività illecite. Inoltre, crescono i limiti per il sequestro: si passa dal 30-50 per cento dell’importo che eccede al 50 per cento, 70 e fino al 100. L’importo sequestrato non può corrispondere a meno di 900 euro e non può superare un milione di euro.

Le sanzioni per le violazioni delle norme saranno inoltre più severe. Per chi effettua pagamenti in contante oltre i limiti previsti, sono previste multe proporzionate all’importo della violazione, che potranno aumentare in caso di recidiva o di coinvolgimento in attività criminose. L’ausilio dei procedimenti informatici consentirà di individuare le situazioni che presentano maggiori elementi di rischio. Inoltre, altra novità importante, la possibilità di utilizzare a fini fiscali i dati raccolti durante le verifiche e, quindi, in caso di necessità, aggiornare i conti con il Fisco.