Hanno suscitato scalpore le nuove regole per la par condicio in Rai: la decisione è stata criticata aspramente sia dalle opposizioni che dai giornalisti.
Martedì 9 aprile 2024, la commissione bicamerale della vigilanza Rai ha approvato l’emendamento che modifica la cosiddetta “par condicio”.
Si tratta dell’insieme di regole che garantiscono la parità di accesso a determinati spazi nei mezzi di informazione ai vari partiti politici.
La par condicio è uno strumento, introdotto nel 2000, che da allora è stato solo aggiornato e, per questo, molti lo considerano obsoleto o da sostituire.
Il nuovo emendamento è stato proposto da alcuni partiti della maggioranza. Ma contestato dalle opposizioni perché, a parer loro, favorirebbe troppo i primi, offrendo uno spazio troppo ampio agli esponenti del Governo.
La decisione, però, ha scatenato le critiche anche degli stessi giornalisti Rai.
Ecco cosa comprende l’emendamento.
Nuove regole par condicio Rai: cosa comprende l’emendamento
L’emendamento riguarda una delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), proposta in vista delle prossime elezioni europee, che si terranno a giugno 2024.
La delibera dell’AGCOM prevedeva la valutazione della presenza dei politici nei programmi televisivi, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo.
Perciò, sarebbero da considerare sia la durata delle loro apparizioni televisive, ma anche la rilevanza delle fasce orarie in cui appaiono, basandosi sugli ascolti registrati dall’Auditel.
Il testo della delibera dell’AGCOM è stato riformulato con un emendamento proposto da Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati, che stabilisce che, fino alle elezioni europee, i programmi d’informazione
“qualora in essi assuma carattere rilevante l’esposizione di opinioni e valutazioni politico-elettorali, sono tenuti a garantire la più ampia possibilità di espressione, facendo in ogni caso salvo il principio della “notiziabilità” giornalistica e la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”.
Questo significa che, durante la campagna elettorale, nei programmi d’informazione, non ci sarà più alcun vincolo di tempo per i politici candidati, purché parlino della loro attività istituzionale.
Si tratta di un emendamento che favorisce i politici della maggioranza di Governo, candidati alle elezioni europee, ma anche i membri del Governo che dovrebbero candidarsi.
Come anticipato, l’emendamento è stato molto criticato dalle opposizioni, sia dal Partito Democratico (che ha inviato anche un comunicato alle agenzie di stampa) che dal Movimento 5 Stelle.
La protesta del sindacato dei giornalisti Rai
A contestare il nuovo emendamento sono anche i giornalisti Rai, mediante il sindacato USIGRai, protestando contro la scelta dell’azienda di consentire ai rappresentati del Governo di parlare nei talk senza vicoli di tempo e senza contradditorio.
Nella giornata di ieri, 11 aprile, molti giornalisti hanno letto un comunicato durante le edizioni dei telegiornali Rai.
Ecco cosa diceva il comunicato:
“La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it