Col via libera della Camera, il decreto Carceri è diventato legge: vediamo allora quali sono tutte le novità previste.


Nella giornata di ieri, 7 agosto 2024, la Camera ha approvato il decreto Carceri, con 153 voti favorevoli, 89 voti contrari e un astenuto.

Nello stesso momento, la premier Giorgia Meloni ha incontrato il Ministro Nordio, i sottosegretari Ostellari, Delmastro e Sisto e i presidenti delle Commissioni Giustizia di Senato e Camera Giulia Bongiorno e Cirio Maschio.

L’obiettivo dell’incontro è stato quello di capire quali siano i “primi passi da fare” per affrontare l’emergenza carceri, che rimane “una priorità del Governo”.

L’incontro, però, ha scatenato le proteste delle opposizioni. La responsabile Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani, ha detto:

“Il fatto che, mentre il Parlamento vota il decreto, si faccia un incontro a Palazzo Chigi con Meloni, Nordio e i tutti i sottosegretari e i presidenti delle Commissioni sullo stesso tema dimostra in che considerazione voi teniate il Parlamento”.

Vediamo allora quali sono le novità previste dal decreto Carceri.

Novità decreto Carceri: ecco quali sono

Questo nuovo decreto è stato ribattezzato come un nuovo “svuota-carceri”, nonostante non sia una terminologia apprezzata dal Governo.

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, negli scorsi giorni, aveva precisato:

“Non sarà sicuramente uno svuota-carceri nel senso di aprire le porte per alleggerire la popolazione carceraria, che pure costituisce un problema”.

Il Ministro aveva descritto così il decreto:

“È un intervento vasto e strutturale che affronta in modo organico un altro settore del sistema dell’esecuzione penale. Questo intervento è frutto di una visione del governo Meloni, condivisa dai nostri sottosegretari, che sul punto di vista della Giustizia è orientata essenzialmente su quello che potremmo chiamare umanizzazione carceraria”.

Vediamo quali sono le novità.

Procedure più veloci per la libertà anticipata

Nel decreto, sono previste delle misure per la semplificazione e la velocizzazione delle procedure per concedere la libertà anticipata ai detenuti che ne hanno diritto.

In occasione “di ogni istanza di accesso alle misure alternative alla detenzione o ad altri benefici analoghi, rispetto ai quali nel computo della misura della pena espiata è rilevante la liberazione anticipata”, il magistrato di sorveglianza “accerta la sussistenza dei presupposti per la concessione della liberazione anticipata in relazione ad ogni semestre precedente”.

Sempre nel testo del decreto, si dice che l’istanza può essere presentata a decorrere dal termine di 90 giorni antecedente al maturare dei presupposti per l’accesso alle misure alternative alla detenzione o altri benefici analoghi.

In ogni caso, le detrazioni non saranno riconosciute se il detenuto non ha partecipato all’opera di rieducazione.

Albo delle comunità

Nel decreto, è prevista l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere alcune tipologie di detenuti, come quelli con residuo di pena basso, i tossicodipendenti e quelli condannati per determinati reati, dove potranno scontare il fine pena.

In questo modo si permetterà a molti detenuti, soprattutto quelli stranieri e privi di residenza ufficiale, di avere un luogo per la detenzione domiciliare.

Slittamento del Tribunale per le famiglie

Arriva lo slittamento di un anno dell’entrata in vigore del Tribunale per le famiglie, ovvero un tribunale unico per persone, minore e famiglia giudicate con rito unico per i procedimenti che riguardano questi soggetti.

Il rinvio è stato previsto per mancanza di fondi.

Nuove assunzioni e formazione

Nel decreto, sono previste anche nuove assunzioni per il Corpo di Polizia Penitenziaria: si parla di 1000 unità in più, tra il 2025 e il 2026.
Prevista anche una nuova formazione per gli agenti di polizia penitenziaria, oltre a delle modifiche sulla disciplina relativa agli incarichi di livello dirigenziale nel Ministero della Giustizia.

Più telefonate per i detenuti

Col decreto, sono previste delle modifiche all’art.39 del regolamento penitenziario.
Il provvedimento, infatti, prevede di “un incremento del numero di colloqui telefonici settimanali e mensili”.

Per Nordio, poter comunicare di più e in maniera più elastica con le famiglie sarà un “piccolo aiuto psicologico” che, assieme alle risorse di sostegno psicologico ai detenuti, già messe in atto, potrà contribuire a rendere psicologicamente più agevole una situazione punitiva “che incide sull’umore e la depressione del detenuto”.

Il problema del sovraffollamento delle carceri

Nel decreto non viene affrontato il problema probabilmente principale delle carceri: il sovraffollamento.
Una problematica che porta inevitabilmente ad un fenomeno gravissimo come i suicidi in carcere.

Tra il 2023 e il 2024, sono stati registrati centinaia di casi di suicidio nelle carceri italiane e molti di questi si sono verificati nei primi mesi del 2024, come testimoniato dall’associazione Antigone, nel rapporto Nodo al collo.

Attualmente nelle carceri sono detenute circa 61’049 persone, nonostante la capienza sia di soli 51’178 posti.
Tanti sono i motivi dietro il sovraffollamento, come la carenza dei posti letto, l’aumento del numero dei detenuti e i ritardi dei processi giudiziari.

Il sovraffollamento rende più difficile la condizione psicologica dei detenuti: un problema che spesso rimane nell’ombra e che non sembra essere preso seriamente dalle istituzioni.