Nel Consiglio dei Ministri del 27 novembre, sono state introdotte alcune novità sull’ordinamento giudiziario: ecco quali sono.
Avevano fatto discutere le dichiarazioni del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista al Corriere della Sera di alcuni giorni fa.
Il Ministro aveva detto che l’esecutivo Meloni può essere messo a rischio solo dall’opposizione giudiziaria “che ha sempre affossato i governi di Centrodestra”. Aggiungendo di essere al corrente di riunioni della magistratura in cui si parla di come fare a “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta Meloni”.
Pronta la risposta del presidente dell’Anm Santalucia: “è fuorviante la rappresentazione di una magistratura che rema contro e che possa farsi opposizione politico-partitica”.
Lo scontro tra Governo e magistratura continua da tempo, fin dalla questione col tribunale di Catania sui migranti, per il Decreto Cutro.
Ieri, 27 novembre 2023, si è aggiunto un tassello al rapporto tra Governo e magistratura con l’approvazione di due decreti legislativi, in materia di ordinamento giudiziario, nel Consiglio dei Ministri.
Ecco quali sono.
Consiglio dei Ministri: le novità in ambito di ordinamento giudiziario
Nell’ultimo Consiglio dei Ministri, sono stati approvati due decreti legislativi in materia di ordinamento giudiziario.
Il primo, in attuazione della legge delega, riguarda la disciplina dell’accesso in magistratura e le valutazioni di professionalità dei magistrati. Il secondo introduce una stretta alla disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili.
Entrambi sono decreti attuativi della riforma della Giustizia voluta dall’ex Ministra Marta Cartabia, ai tempi del Governo Draghi.
Pagelle per i magistrati
Saranno introdotte le pagelle per i magistrati, da stilare ogni quattro anni, con tanto di voti dall’ottimo al negativo. Nel fascicolo saranno inseriti numeri, dati e giudizi compilati dai vertici degli uffici giudiziari, i procedimenti pendenti, l’esito delle richieste o dei provvedimenti resi nelle fasi del processo e i verbali delle udienze.
Si affianca, inoltre, un sistema disciplinare che, nel migliore dei casi, si risolve con la richiesta al giudice, che non si è distinto nei quattro anni precedenti, di frequentare dei corsi di aggiornamento. Ma, nei casi peggiori, può portare fino alla rimozione dell’incarico.
L’esame si concluderà dopo la settima valutazione, ovvero dopo 28 anni di carriera.
Scartata, invece, la proposta dei test psico-attitudinali per i magistrati, una misura ipotizzata da Palazzo Chigi, che è rimasta fuori dal testo finale del decreto.
Riordino dei magistrati
Col nuovo decreto, i magistrati non potranno essere messi fuori ruolo prima di aver lavorato 10 anni nella loro giurisdizione.
Inoltre, sarà ridotto a 7 anni il limite di tempo massimo in cui un magistrato può operare al di fuori delle sue competenze. Previsto anche un taglio, fino a 180, come numero massimo di magistrati ordinari collocabili fuori ruolo.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it