L’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha di recente emanato una nota di lettura sul decreto che interviene sulle modalità di collocazione e uso degli autovelox.


Il disposto normativo emanato dal Decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il Ministro dell’Interno, delinea infatti le “modalità di collocazione e uso dei dispositivi o mezzi tecnici di controllo, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni delle norme di comportamento di cui all’art. 142 del decreto-legge 285 del 1992.

La legge, che è entrata in vigore lo scorso 12 giugno 2024, rappresenta un’importante evoluzione nella gestione della sicurezza stradale, coinvolgendo direttamente i Comuni in qualità di proprietari delle strade e responsabili delle sanzioni rilevate.

Principali novità del decreto

Il decreto trae origine dalla legge 29 luglio 2010, n. 120, che all’articolo 25, comma 2, aveva già previsto un intervento normativo per stabilire le modalità di utilizzo dei dispositivi di controllo della velocità. Tra i punti salienti del decreto, migliorato grazie a numerose osservazioni da parte dell’Associazione dei Sindaci si segnalano:

  • eliminazione dei vincoli geometrici: ora, per la scelta delle località in cui collocare le postazioni di controllo, prevale l’analisi delle funzioni e l’incidentalità delle strade piuttosto che le loro caratteristiche geometriche;
  • estensione dei tempi di adeguamento: i Comuni avranno 12 mesi, anziché 6, per adeguarsi alle nuove disposizioni. In caso di mancato adeguamento entro il termine, i dispositivi saranno solo spenti, non demoliti, fino alla conformità;
  • valutazione della velocità: la velocità sarà considerata non solo come causa principale, ma anche come concausa degli incidenti per la collocazione degli autovelox;
  • integrazione dei flussi pedonali: verranno presi in considerazione anche i flussi pedonali e i rischi per gli utenti più vulnerabili;
  • semplificazione dei segnali di velocità: non sarà più necessario ripetere il segnale di velocità a ogni intersezione, facilitando l’installazione dei dispositivi anche su strade con numerosi incroci;
  • deroghe basate sull’incidentalità: oltre ai criteri geometrici, anche l’incidentalità stradale potrà giustificare deroghe ai limiti di velocità;
  • funzioni non specifiche di polizia: alcune funzioni legate alla gestione dei dispositivi non dovranno necessariamente essere svolte dalla Polizia Locale.

Implicazioni per i Comuni

Il decreto riguarda sia le postazioni fisse che quelle mobili, e si applica ai dispositivi di nuova installazione e a quelli esistenti, prevedendo un periodo di adeguamento di 12 mesi. Le postazioni non conformi saranno disinstallate fino all’adeguamento. Tuttavia, le postazioni presidiate, con contestazione immediata delle violazioni, non rientrano in queste disposizioni.

La collocazione delle postazioni fisse o mobili potrà essere effettuata solo sui tratti di strada individuati dal Prefetto, rispettando le attribuzioni dei Comuni per quanto concerne i centri abitati. Questo è in linea con il Codice della Strada, che assegna ai Comuni la responsabilità della polizia stradale nei centri urbani.

L’uso di dispositivi a bordo di veicoli in movimento sarà consentito solo quando non è possibile installare postazioni fisse o mobili, per garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti della strada.

Necessità di un coordinamento Locale

Il decreto prevede che l’utilizzo delle postazioni e dei dispositivi mobili avvenga secondo criteri di pianificazione operativa definiti in sede di Conferenza Provinciale Permanente. È quindi fondamentale che tale Conferenza venga convocata quanto prima, per stabilire i criteri di pianificazione cui dovranno attenersi i servizi di polizia stradale, inclusa la Polizia Locale.

La nota di lettura per i Comuni su installazione e uso degli autovelox

Qui il documento completo.