nave-diciotti-migranti-catania-accoglienzaL’esodo della Nave Diciotti e dei suoi Migranti: a Catania è l’accoglienza quella che emerge dopo l’iniziativa di molti cittadini al porto, che nel nome della solidarietà hanno attuato il singolare “gesto dell’arancino”.


L’iniziativa è stata portata avanti da un gruppo di artisti catanesi che giovedì sera hanno invitato i concittadini a presentarsi in porto di Catania per compiere un gesto di accoglienza ai 177 migranti da lunedì sera a bordo della nave Diciotti della Guardia costiera, in attesa dell’autorizzazione allo sbarco. A loro sono destinati gli arancini, espressione della gastronomia siciliana.

 

L’iniziativa

 

“Catania Accoglie” e lo fa con “ducentu Arancini” e “almeno 600 olivette di Sant’Agata”. La presenza della nave Diciotti nel porto di Catania, con i suoi 177 migranti, tra cui donne e bambini, sta facendo discutere, parecchio. È infatti ferma in porto ma non ha avuto l’autorizzazione a far sbarcare i passeggeri. Su questo stanno intervenendo istituzioni e mondo della politica nazionale. Ma anche cittadini comuni. Come quelli che, in massa, hanno accolto l’iniziativa di artisti siciliani, su tutti Silvio Laviano e poi di Nellina Laganà, Giusy Marraro, ovvero portare arancini al porto perché “Catania accoglie”.

 

“Ecco mi piacerebbe che Noi Catanesi comprassimo subito 177 Arancini…(Facemu ducentu va’) – ha scritto Laviano nel post su Facebook che ha dato il via all’iniziativa – e almeno 600 olivette di Sant’Agata e andassimo tutti insieme al Porto…ad Accogliere! Certo! Anche Arancini al burro, e anche qualche pasta di mandorla… Su Andiamo! Muvitivi…col cuore!”. Ovvero “una semplice considerazione che ogni Catanese farebbe, di pancia, diretta e senza logiche di partito o analisi economiche/filosofiche, un pensiero di umanità e di moto attivo sociale e civicamente organico. Un desiderio che è stato raccolto velocemente ed emotivamente da Nellina Laganà, attrice e cara amica, e dalla sensibile Giusy Marraro, donne forti e molto attente al sociale”.

 

In poche ore

 

“abbiamo pensato di vederci il 22 agosto alle 20,30 al porto di Catania, all’ingresso principale, e portare un arancino, simbolo di accoglienza e accudimento. Per dimostrare in modo pacifico che Catania è una città accogliente e i Catanesi un popolo libero, aperto e disposto alla Cultura del Dialogo. Siamo coscienti che sarà impossibile condividere un ‘arancino’ con i migranti, ma si desidera ribadire, attraverso un simbolo catanese, l’accoglienza di una parte della comunità cittadina con lo scopo di comunicare pubblicamente e civilmente il desiderio di un ‘porto aperto’ a Catania”.

 

Come si legge nel post, “molti si chiederanno perché un arancino? Perché e’ simbolo di amicizia, di condivisione, di cibo da ‘viaggio’. In merito alla diffusione di questo prodotto nel mondo, si possono rintracciarne le origini nel fenomeno dell’ emigrazione di siciliani all’estero!”.

 

Ecco “‘un Arancino per Accogliere’ vuole essere un gesto, un atto simbolico, un morso non violento, che vuole dimostrare in modo pacifico e democratico, come la Costituzione Italiana ci permette, che un Cittadino ha il diritto, aggiungo io dovere, di mostrare, ma non per il piacere di mostrarsi, la sua ‘umanità’, di aprire e condividere la propria Città all’altro!”. Ovviamente, conclude il post, “benvenuto a Catania! Veni…Ca ti offru n’arancinu”.

 

L’evento, molto partecipato rispetto agli altri dei giorni precedenti, si è unito ai presidi fissi che sono stati organizzati all’interno dello scalo etneo dalla rete anti-razzista catanese, da diverse associazioni e dalle cooperative dell’accoglienza.