morti sul lavoroAncorché provvisori, dalla CGIA denunciano che nei primi 2 mesi di quest’anno i dati relativi agli incidenti nei luoghi di lavoro sono in aumento: ed aumentano di conseguenza le morti sul lavoro.


 

Se nello stesso periodo del 2016 c’erano stati 95 casi, tra gennaio e febbraio 2017 sono decedute 127 persone (+33,7 per cento).

 

Va tuttavia segnalato che quasi la metà dei 32 decessi in più registrati quest’anno sono ascrivibili ai 2 casi eccezionali avvenuti nello scorso mese di gennaio: il crollo dell’albergo di Rigopiano (Pe) e lo schianto dell’elicottero del 118 avvenuto nei pressi di Campo Felice (Aq).

 

Oltre ai morti sul lavoro, sono in crescita anche gli infortuni: sempre nei primi 2 mesi di quest’anno sono stati denunciati 98.275 eventi: 1.834 in più (+1,9 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2016.

 

“Un paese civile e moderno – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – non può accettare oltre 1.000 morti e quasi 700 mila infortuni l’anno. Queste tragedie vanno combattute con maggiore determinazione, puntando sulla prevenzione e il contrasto a chi costringe moltissime attività, penso al caso dei subappalti, a operare in condizioni di poca sicurezza”.

 

Se i primi dati congiunturali tornano ad essere molto preoccupanti, su base annua il quadro statistico si presenta meno drammatico. Tra il 2016 e il 2015, l’aumento degli infortuni in termini assoluti è stato dello 0,7 per cento (vedi Tab. 2), anche se la CGIA tiene a precisare quanto segue. Negli ultimi 2 anni, ad esempio, sono aumentati sia gli occupati sia lo stock complessivo delle ore lavorate: pertanto, ha poco senso mettere a confronto il numero degli infortuni di ciascun anno basandosi solo sui dati assoluti. Da un punto di vista statistico, correttezza impone di fare riferimento all’indice di frequenza degli incidenti: un parametro che viene calcolato rapportando il numero degli infortuni alle ore lavorate.

 

In allegato lo studio completo della CGIA Mestre.