Lo scorso ottobre, il governo italiano ha inserito nuove modifiche e richiesto una nuova revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per cercare di superare le difficoltà incontrate nella sua attuazione.
Il via libera da parte del Consiglio Europeo è arrivato il 18 novembre, ma la notizia è passata quasi inosservata tra il pubblico. Questo basso profilo, mantenuto sia dalle istituzioni italiane sia da quelle europee, riflette il tentativo di non attirare l’attenzione su un percorso che si è rivelato accidentato.
Ecco l’analisi sulla situazione attuale a cura della Fondazione Openpolis.
Le difficoltà sono evidenti
Nonostante le dichiarazioni rassicuranti del governo, che da mesi sottolinea i progressi del piano, i fatti raccontano una realtà più complessa. L’Italia ha già chiesto quattro modifiche al proprio PNRR, risultando l’unico Paese europeo con un numero così elevato di istanze di revisione. Questa situazione riflette una serie di criticità, aggravate dalla scarsa trasparenza sui dati di spesa per i singoli progetti. La fondazione Openpolis ha recentemente evidenziato questo problema, criticando l’assenza di informazioni dettagliate che renderebbero più chiaro lo stato dei lavori.
Il quadro normativo
Il regolamento europeo consente agli Stati membri di richiedere modifiche ai propri PNRR in presenza di “circostanze oggettive” che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi iniziali. Tra le motivazioni accettate figurano l’introduzione di alternative più efficaci, la correzione di errori materiali e l’integrazione del capitolo “RepowerEu”, che mira a potenziare le politiche energetiche. Tuttavia, la definizione di “circostanze oggettive” risulta piuttosto vaga e lascia spazio a diverse interpretazioni, agevolando il ricorso frequente alle modifiche.
Come cambia il Pnrr italiano: le nuove modifiche del Governo
L’ultima revisione ha riguardato 27 misure, con 45 obiettivi modificati. In 28 casi, il cambiamento è stato giustificato proprio dalle cosiddette “circostanze oggettive”, mentre 10 modifiche hanno corretto errori materiali e 7 hanno previsto soluzioni alternative per migliorare l’efficacia degli interventi. Alcuni obiettivi sono stati rivisti nei contenuti, con l’obiettivo di facilitare il percorso di attuazione, piuttosto che posticipati. È stato inoltre anticipato il termine di due scadenze inizialmente previste per la fine del 2024: l’adozione di sistemi dinamici di acquisizione per almeno il 20% delle stazioni appaltanti e la riduzione delle discariche abusive oggetto di procedura d’infrazione.
L’obiettivo: rendere i traguardi più raggiungibili
Le modifiche apportate, nella maggior parte dei casi, non hanno comportato un’estensione delle tempistiche, ma piuttosto un adattamento degli interventi. Ad esempio, entro giugno 2024, almeno il 70% delle autorità portuali doveva dotarsi di sistemi standard per gli operatori. Ora, la revisione stabilisce che l’obiettivo sarà considerato raggiunto se almeno un porto per ogni autorità sarà dotato di tali sistemi. In un altro caso, l’obiettivo di semplificare i servizi amministrativi per i visitatori dei parchi nazionali è stato semplificato, eliminando alcuni passaggi previsti nella versione precedente.
Un percorso ancora lungo per ottenere i fondi
L’ultimo aggiornamento mostra che le scadenze complessive sono passate a 621, 93 in più rispetto alla versione originale. Di queste, 390 sono ancora da raggiungere, con un aumento significativo degli impegni per le rate future dei fondi. Solo nel 2024, l’Italia dovrà affrontare 92 scadenze. L’obiettivo è chiaro: semplificare il percorso per conseguire i fondi previsti, anche se a costo di ridurre alcune ambizioni iniziali del piano.
Le sfide per il futuro
Il percorso di attuazione rimane impegnativo e il governo dovrà continuare a confrontarsi con Bruxelles per garantire l’erogazione dei fondi. Nel frattempo, la priorità sembra essere quella di adattare il piano per renderlo più facilmente realizzabile, un tentativo di allentare la rigidità dei vincoli originali.
La strada verso il pieno raggiungimento degli obiettivi del Pnrr è ancora lunga, e l’efficacia delle revisioni potrà essere valutata solo nel tempo.