Il mito della caverna di Platone, immagina dei prigionieri che siano stati incatenati nella profondità di una caverna fin dalla nascita, in modo che non abbiano contezza di cosa esiste al di fuori della caverna, perché la conoscenza è in antitesi con il concetto di schiavitù.
Solo così si potrà avere lo schiavo perfetto.
Uno schiavo non deve avere coscienza di essere schiavo, così non farà nulla per liberarsi, i problemi nascono da chi ha la coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi.
Quello resta uomo liberi in qualsiasi condizione essi si trovi. Quindi, crescere i bambini in campi di concentramento puliti e sicuri, insegnando loro l’impotenza per poter garantire la crescita dei veri schiavi del futuro.
Il mito della caverna e il metodo Montessori
A una tale ipotesi, si contrappone il metodo Montessori, sistema educativo praticato in tutto il mondo, perché fino ad oggi è riconosciuto come il miglior metodo per il percorso educativo dei bambini.
Il metodo si basa sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo e sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino, specialmente di età inferiore ai sei anni, arrivando allo sviluppo mentale sulla base delle proprie osservazioni, concedendo ai bambini la libertà di scegliere e di agire liberamente, all’interno di un ambiente preparato secondo uno specifico modello che prevede la costruzione di classi aperte o comunicanti in cui bambini di diverse età possono interagire tra di loro.
Tra il dire e il fare…
Tra le due ipotesi di come educare e sviluppare le capacità di un bambino, purtroppo ci sono di mezzo “i grandi”, che decidono e incidono fortemente sul futuro delle nuove generazioni, adottando metodi che variano tra le due impostazioni.
E questo avviene secondo diverse caratteristiche fondamentali dei genitori, la loro cultura, l’amore che hanno per i loro figli, l’amore per la loro libertà, le loro paure e le loro priorità. Lasciando stare per il momento le scelte dei governi che dovrebbero teoricamente privilegiare lo sviluppo della persona umana, che l’Italia ha messo anche nella sua legge fondamentale, ossia nella Costituzione, dovrebbe esistere l’amore per i propri figli che dovrebbe andare oltre qualsiasi legge, in quanto è una legge della natura.
E se qualcuno dovesse attentare e impedire in qualche modo lo sviluppo fisico, psicologico e sociale dei propri figli, ci si aspetterebbe una rivolta se non altro dei genitori.
Schiavitù moderna?
A questo punto c’è da chiedersi se il metodo Montessori, fino ad oggi riconosciuto in tutto il mondo è un mucchio di fesserie o se forse per paura di non incorrere in una multa, sacrifichiamo i nostri figli destinandoli a questa nuova forma di schiavitù moderna, che non è sparita, ma ha solo ampliato la sua platea.
Questa affermazione può sembrare eccessiva, ma non lo è affatto, perché se è vero che la crescita dei bambini passa da tutto quello che bene o male possiamo definire come metodo Montessori, e noi oggi l’abbiamo completamente negato come concetto di formazione ai nostri bambini, significa non aver fatto quello che dovevamo fare per l’educazione e lo sviluppo dei nostri figli.
E se non hanno avuto quello che serviva all’età della loro formazione psicologica, non l’avranno mai più. Cosa significa portare i bambini all’asilo o alle scuole elementari ed avere una maestra che li accoglie con la museruola e senza un sorriso e che li obbliga alla distanza dei propri compagni, se non creare dei deficit psicologici con cui un giorno bisognerà fare i conti.
Il sorriso non si nega ai bambini
Il sorriso è la prima cosa che non si può negare ai bambini, perché la bellezza e l’empatia di una maestra è data dal suo sorriso, perché non esiste un volto sorridente che non fosse bello, quel sorriso che elimina tutte le imperfezioni delle persone. Quel sorriso che elimina le distanze, che non è in grado di cambiare il mondo, ma sicuramente l’animo di un bambino.
Quei sorrisi che all’età di tre, quattro, cinque o sei anni permettono all’anima di respirare, che salvano dalle paure e che magari è quella sensazione che si ricorda per tutta la vita. Quei sorrisi che noi abbiamo avuto e che adesso neghiamo ai nostri figli, con uno stile genitoriale negligente e incoerente.
Negare questo ad un bambino è il vero reato. E se esiste una legge che dice qualcosa di diverso, è una legge ingiusta.
Conclusioni: l’insegnamento di Pertini
Una volta avevamo un grande Presidente della Repubblica dal nome Sandro Pertini, che nulla ha a che vedere con i suoi successori, che un giorno ebbe a dire: “Disubbidire alle leggi ingiuste è un dovere civile”. Siamo disposti a scendere in piazza per protestare se il problema è economico e non siamo disposti a scendere in piazza a tutelare il futuro dei nostri figli.
Figli che dovrebbero crescere, pensando di dover dominare la loro vita, di avere quella intelligenza che aspira alla libertà e quel coraggio che serve a prendersela, avendo un buon motivo per vivere, combattere o morire.
Crescere con la libertà dentro, fa sì che non si concepisca la sottomissione di altri, mentre nessuno che è disposto a subire, aspira alla libertà, ma si sforza di diventare padrone di qualcun altro.
L’unico impedimento a tutto questo, sono quelli che oggi hanno la responsabilità su questi bambini, che per paura, qualsiasi essa sia, che sia del virus o le istituzioni, basando tutto sull’assunto che la sicurezza sia più importante della libertà, perché quest’ultima è un lusso che non ci si può permettere.
Fonte: articolo di Roberto Recordare