Misure di Contrasto alla Povertà nel 2019: dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno Sociale un utile vademecum sulle provvidenze economiche riconosciute quest’anno per chi versa in condizione di bisogno.
Misure Contrasto Povertà 2019. Il nostro ordinamento riconosce una serie di trattamenti assistenziali e previdenziali per chi versa in condizione di bisogno economico. Si tratta di strumenti non sempre ben conosciuti perchè complessi e frammentati ed è per questa ragione che bisogna avere un quadro generale della loro natura e disciplina.
Il principale sostegno per chi versa in condizioni di bisogno è l’assegno sociale (che dal 1996 ha sostituito la pensione sociale), un sussidio economico che non ha alcun limite di durata ma è previsto solo in favore della popolazione anziana (con età almeno pari o superiore a 67 anni) sprovvista di redditi. Questa prestazione, di natura assistenziale cioè slegata da qualsiasi rapporto assicurativo, eroga sino a 458 euro al mese incrementabili dal compimento del 70° anno di età sino a 649,45 euro ove non sussistano altri redditi oltre all’assegno sociale medesimo.
Dal 1° aprile 2019 oltre all’assegno sociale i nuclei familiari composti esclusivamente da soggetti con almeno 67 anni possono ottenere la cd. pensione di cittadinanza che eroga sino a 630 euro al mese al soggeto solo (882 euro al mese alla coppia coniugata) più ulteriori 150 euro mensili come contributo per il pagamento dell’affitto o della rata mensile del mutuo per l’acquisto della prima casa.
Misure Contrasto Povertà 2019
Vale la pena segnalare che la pensione di cittadinanza è un’integrazione al reddito familiare e, pertanto, si somma all’assegno sociale solo per la parte di reddito non coperta da questo. Ad esempio un pensionato ultra 67enne titolare di un assegno sociale di importo di 458 euro al mese può ottenere tramite la PdC solo la “quota” mancante al raggiungimento di 630 euro al mese (considerando che l’Assegno Sociale si eroga per 13 mesi e la PdC per 12 mesi l’integrazione annua è di 1.607 euro) al netto dell’eventuale contributo aggiuntivo per l’affitto o per il pagamento del mutuo.
Soggetti in eta’ attiva
Per i soggetti in età lavorativa attiva, vale a dire con età inferiori a 67 anni, da quest’anno è in vigore il Reddito di Cittadinanza, la nuova misura di contrasto alla povertà introdotta dal DL 4/2019 che dal 1° aprile 2019 ha sostituito il ReI, il reddito di inclusione. L’RdC al pari delle precedenti misure come il SIA ed il ReI è una integrazione al reddito familiare il cui importo massimo varia a seconda della numerosità del nucleo familiare (oscilla tra i 500 e i 1100 euro al mese per 12 mesi più un contributo di 280 euro mensili per il pagamento dell’affitto o di 150 euro per il pagamento della rata mensile del mutuo per l’acquisto della prima casa) ed ha una durata di 18 mesi rinnovabili.
Anche nel 2019 resta in vigore la cd. Social Card (nota anche come Carta Acquisti) che tutela i nuclei familiari in cui siano presenti anziani con almeno 65 anni o i minori con meno di tre anni in condizione di estremo bisogno. A questi strumenti si affiancano variegate misure a livello regionale.
Trattamenti di sostegno alla genitorialità
A sostegno della genitorialità e delle famiglie numerose vale la pena ricordare alcune ulteriori misure di natura squisitamente assistenziale introdotte in questi ultimi anni come la Carta Famiglia (articolo 1, comma 391 della legge 208/2015), il Bonus per le famiglie con 4 o più figli (articolo 1, comma 130 della legge 190/2014) ed il Bonus bebè a partire dal 1° gennaio 2015 (articolo 1, commi 125-129, legge 190/2014) preceduto a sua volta dall’una tantum in favore dei bimbi nati nel 2014 in famiglie a basso reddito (articolo 1, comma 201 della legge 147/2013) a cui si aggiunge dal 1999 l’Assegno familiare e l’assegno di maternità concesso dai comuni. Non consistono tecnicamente in misure contro la povertà, in quanto erogate a prescindere dal reddito, invece, il premio alla nascita introdotto dal 1° gennaio 2017 ed il buono nido; mentre i voucher per i servizi di baby-sitting non è stato ulteriormente prorogato oltre il 31 dicembre 2018.
Trattamenti di natura previdenziale
I pensionati, cioè coloro che hanno versato contributi nell’arco della propria vita lavorativa, hanno invece a disposizione misure diverse e generalmente più succulente. La presenza di un rapporto assicurativo con un fondo previdenziale li pone, infatti, in una condizione leggermente migliore rispetto a chi non ha mai lavorato. L’ordinamento, ad esempio, riconosce a tutti i pensionati (che abbiano prestazioni liquidate nel misto o retributivo) l’integrazione al trattamento minimo (cioè la garanzia di una pensione non inferiore a circa 513 euro al mese) in presenza di un determinato requisito reddituale. Anche ai pensionati sono riconosciute, inoltre, a determinate condizioni, le maggiorazioni sociali che consentono di ottenere un reddito pensionistico non inferiore a 649 euro al mese al raggiungimento di 70 anni.
Nel corso del tempo ai pensionati è stata riconosciuta anche la quattordicesima e l’importo aggiuntivo, prestazioni di importo contenuto che vengono erogate una volta l’anno in presenza di determinati requisiti reddituali. Da menzionare, infine, anche l’assegno al nucleo familiare, una prestazione a carattere previdenziale, che viene erogata con cadenza mensile su richiesta del lavoratore dipendente o del pensionato (unitamente alla retribuzione o alla pensione) allo scopo di integrare la retribuzione dei lavoratori che si trovano in determinate situazioni familiari e di reddito. E così si chiude il riepilogo delle Misure Contrasto Povertà 2019.