mascherine-certificateLa prevenzione e la protezione dal coronavirus al giorno d’oggi non possono prescindere dall’utilizzo delle mascherine. Sul mercato ce ne sono diverse tipologie, ma non tutte sono affidabili e a norma di legge. Ci spiega tutto il team del sito https://mascherine.it/.

Di che cosa si occupa il vostro sito?

La nostra realtà è stata creata per mettere a disposizione di tutti prodotti che consentissero di far fronte alla situazione epidemiologica che si è venuta a creare in seguito alla diffusione del coronavirus. Nella primavera di quest’anno, con l’aiuto dei nostri partner internazionali, siamo stati in grado di importare milioni di mascherine, e in questo modo abbiamo contribuito a rifornire non solo gli ospedali, ma anche tutti gli altri enti che si trovavano in difficoltà. Al tempo stesso, abbiamo deciso di dare il la a una produzione direttamente in Italia, che continua ancora oggi. Il nostro sito mostra il catalogo dei prodotti che realizziamo noi e di quelli che otteniamo dai migliori fornitori del settore.

Quali sono le caratteristiche delle mascherine chirurgiche?

Per legge queste mascherine sono indicate come dispositivi medici: esse servono a impedire che coloro che le indossano possano contaminare l’ambiente circostante. Lo scopo, quindi, è quello di contenere la trasmissione e la propagazione di agenti infettivi. Nel momento in cui si utilizza una mascherina chirurgica non si previene un potenziale ingresso del virus; tuttavia, si bloccano i droplet, vale a dire le piccole goccioline, che si emettono quando si parla, quando si starnutisce e quando si tossisce. Sono loro i responsabili della trasmissione del virus.

A cosa servono, quindi, queste mascherine?

Indossandole si compie quasi un gesto di solidarietà, nel senso che si abbatte il rischio di contagiare gli altri. Vale la pena di precisare, in ogni caso, che le mascherine chirurgiche per poter essere considerate degli strumenti di protezione validi e sicuri devono essere conformi alle prescrizioni contenute nella Dir. 93/42/CEE, che è la normativa generale dei dispositivi medici. Il processo di produzione, inoltre, si deve svolgere sulla base della norma tecnica UNI EN 14683:2019, in cui si fa riferimento all’efficienza di filtrazione batterica e si segnalano tutti gli altri requisiti relativi alla pulizia da microbi, alla traspirabilità e alla resistenza agli schizzi liquidi.

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A cosa si deve fare attenzione quando si compra una mascherina chirurgica?

In primo luogo sulla confezione deve essere presente il marchio CE, che garantisce il cliente che il prodotto sia conforme alle norme in vigore. Il codice EN 14683, invece, segnala che il prodotto è stato realizzato secondo le prescrizioni della norma tecnica a cui abbiamo fatto cenno in precedenza, relativa ai requisiti minimi di respirabilità e di capacità filtrante.

Che cosa vuol dire se la confezione non riporta tale informazioni?

Può essere che la mascherina sia comunque un dispositivo a uso medico e che però sia stata realizzata in deroga alla norma. Il decreto Cura Italia, infatti, all’articolo 15 ha introdotto tale deroga allo scopo di rendere più rapida l’introduzione sul mercato delle mascherine, in modo che esse potessero venire impiegate nel settore sanitario. La deroga rimarrà valida fino a quando lo stato di emergenza non si concluderà. I consumatori, comunque, possono stare tranquilli, perché comunque chi produce queste mascherine è tenuto a certificare direttamente al ministero della Salute che gli standard di qualità e tecnici indicati dalla norma tecnica EN 14683 sono stati rispettati.

Che cosa sono, invece, le mascherine di comunità?

In questa categoria rientrano quei prodotti che non possono essere considerati né dispositivi di protezione individuale né dispositivi medici. Anche in questo caso si parla di una novità piuttosto recente, visto che la categoria delle mascherine di comunità è nata con il decreto Cura Italia. A farvi riferimento è l’articolo 16; lo scopo è quello di fronteggiare la scarsità di mascherine filtranti e chirurgiche. In sostanza le mascherine di comunità possono essere utilizzate in quei contesti in cui viene assicurato il rispetto del distanziamento sociale, ma non rispettano i requisiti che caratterizzano i dispositivi a uso medico.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it