Fanno ancora discutere gli scontri avvenuti durante le manifestazioni pro Palestina a Roma in prossimità della ricorrenza del 7 ottobre: iniziative pacifiche ma finite inevitabilmente nel “mirino” della stampa e della politica.


Lo scorso 5 ottobre, nonostante le avverse condizioni meteorologiche, circa diecimila manifestanti si sono radunati sotto la Piramide Cestia a Roma, uniti nella richiesta di un immediato cessate il fuoco su Gaza. Khaled El Qaisi, uno studente italo-palestinese di 30 anni, ha sottolineato la gravità della situazione: “Qui perché già 40.000 palestinesi sono stati uccisi a Gaza. Chiediamo la fine dei bombardamenti, delle operazioni militari in Libano e delle violenze in Cisgiordania.

Oltre alla richiesta di pace nel conflitto mediorientale, i manifestanti hanno sollevato la questione delle nuove misure di sicurezza, criticando il divieto imposto al corteo: “Oggi è contro una manifestazione per la Palestina, domani cosa accadrà?” hanno chiesto. Hanno messo in luce come sia sempre più difficile organizzare proteste, un diritto sancito dalla Costituzione italiana.

Una manifestazione non violenta

La manifestazione ha mantenuto un clima pacifico fino a quando, intorno alle 17:30, alcuni manifestanti hanno tentato di oltrepassare un blocco di polizia, dando vita a scontri. Tuttavia, molte voci hanno ribadito la natura non violenta dell’evento, come quella di Giovanna Botteri, che ha commentato gli incidenti durante il programma “In altre parole” su La7.

Manifestazioni in tutta Europa

Le manifestazioni non si sono limitate alla capitale italiana. In Europa, città come Berlino e Parigi hanno visto sfilare migliaia di persone. A Berlino, i manifestanti hanno marciato lungo il viale Unter den Linden, mentre ad Amburgo e in diverse piazze francesi come Lione e Strasburgo, la solidarietà con il popolo palestinese e libanese è stata espressa con grande partecipazione. A Parigi, la marcia più affollata ha visto la presenza di politici di sinistra, al grido di “La Palestina vivrà, la Palestina vincerà”.

Che cosa è accaduto il 7 ottobre 2023?

Il 7 ottobre 2023, Israele ha subito da una serie di attacchi coordinati che hanno provocato un alto numero di vittime e feriti. Questi eventi risultano attribuiti a Hamas, il gruppo militante palestinese che controlla la Striscia di Gaza. Gli attacchi hanno incluso bombardamenti e incursioni che hanno colpito diverse località israeliane, tra cui insediamenti e città vicine al confine con Gaza.

In risposta agli attacchi, Israele ha avviato operazioni militari nella Striscia di Gaza, perseguendo l’obiettivo di colpire le infrastrutture di Hamas e limitare la capacità del gruppo di compiere ulteriori azioni offensive. Tuttavia, tali operazioni hanno avuto conseguenze devastanti per la popolazione palestinese, portando a un significativo aumento delle vittime civili e di distruzione. Le autorità israeliane hanno dichiarato uno stato di emergenza e mobilitato riserve per gestire la situazione, ma le azioni intraprese hanno sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla violazione dei diritti umani e al genocidio in atto nei confronti della popolazione palestinese.

Anche l’ONU ha avvertito Israele di mettere fine all’occupazione illegale del territorio palestinese.

Questi eventi hanno suscitato una forte reazione a livello internazionale, con dichiarazioni di condanna da parte di diversi paesi e organizzazioni. Gli sviluppi hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza in Medio Oriente e sulle tensioni tra Israele e Palestina, evidenziando la complessità della situazione e le sfide legate alla ricerca di una soluzione pacifica al conflitto.

Il ghetto di Roma “blindato”

Nel contesto di crescente tensione legata al conflitto israelo-palestinese, la premier Giorgia Meloni ha partecipato oggi a Roma alla cerimonia commemorativa del primo anniversario dell’attacco di Hamas in Israele. Questo evento ha visto un aumento significativo delle misure di sicurezza attorno agli obiettivi sensibili della comunità ebraica nella capitale, in risposta alle recenti manifestazioni pro-Palestina e agli episodi di antisemitismo.

In una Roma dal clima “surreale” le autorità hanno predisposto transenne e controlli rigorosi per garantire la sicurezza dei partecipanti, con un notevole dispiegamento di agenti delle forze dell’ordine, inclusi artificieri e unità cinofile, pronti a intervenire in caso di necessità. La presenza di forze in borghese e di reparti antisommossa ha ulteriormente sottolineato la gravità della situazione, mirando a prevenire possibili atti di violenza durante le commemorazioni e a mantenere l’ordine pubblico in una giornata particolarmente delicata.

Perché le manifestazioni Pro Palestina, in occasione della ricorrenza del 7 ottobre, sono così scomode in Italia?

Il conflitto israelo-palestinese è un tema molto delicato e polarizzante, con posizioni spesso opposte tra sostenitori di Israele e quelli della Palestina.  Le manifestazioni pro-Palestina, in alcuni casi, risultano erroneamente associate a episodi di antisemitismo. Ciò ha portato a una maggiore vigilanza da parte delle autorità e a preoccupazioni riguardo alla sicurezza della comunità ebraica in Italia.

Va però detto che la situazione politica in Italia, con un governo che ha mostrato una forte solidarietà e una sudditanza verso Israele, influisce sulla percezione delle manifestazioni pro-Palestina. Alcuni critici hanno messo in evidenza che le recenti misure di sicurezza e i divieti alle manifestazioni possono riflettere un clima di crescente autoritarismo. Le restrizioni sul diritto di protesta possono suscitare timori tra i cittadini riguardo alla libertà di espressione e al diritto di manifestare pacificamente.

Infine, il tema della Palestina provoca reazioni diverse nel pubblico. Mentre alcuni sostengono apertamente la causa palestinese, altri vedono le manifestazioni come un’opportunità per esprimere sentimenti anti-Israele o addirittura anti-occidentali, creando un clima di tensione e conflitto tra diverse fazioni della società.